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Position Paper 2025

“Le sfide della transizione. Lo sviluppo sostenibile e il contributo delle imprese”


In un quadro globale segnato da instabilità crescente e da sfide competitive globali, le associazioni imprenditoriali italiane riaffermano il proprio impegno per la transizione ecologica e chiedono al Governo un cambio di passo. È il messaggio che emerge dal Position Paper 2025 “Le sfide della transizione. Lo sviluppo sostenibile e il contributo delle imprese”, pubblicato da ASviS. 

 

Le imprese italiane affermano con chiarezza di voler contribuire alla transizione ecologica ma chiedono che la politica sia all’altezza della sfida, perché senza investimenti nell’innovazione, coerenza delle normative, stabilità regolatoria e strumenti finanziari adeguati, la trasformazione rischia di incepparsi proprio quando dovrebbe accelerare.

 

Come sottolinea il Rapporto ASviS 2025, le crescenti fragilità dell’economia italiana vanno affrontate investendo sulla transizione ecologica e digitale, così da recuperare competitività e stimolare la crescita economica e la creazione di lavoro dignitoso. E contrariamente a quanto alcuni affermano, le imprese italiane che investono in sostenibilità aumentano la produttività, la competitività e la presenza sui mercati internazionali, come dimostrano le analisi basate su dati Istat contenute nel Rapporto. Per accelerare la transizione le organizzazioni imprenditoriali indicano quattro ambiti strategici su cui intervenire con urgenza. Sul fronte della lotta alla crisi climatica, le imprese chiedono incentivi mirati, una riforma della bolletta che riduca gli oneri parafiscali e la destinazione vincolata dei proventi dell’ETS (il meccanismo europeo legato alle emissioni di gas climalteranti) a progetti di decarbonizzazione. 

 

Per garantire un accesso equo e competitivo a energia e risorse, le associazioni ritengono prioritario semplificare le autorizzazioni per le rinnovabili e accelerare la diffusione delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Sul fronte idrico chiedono una governance più solida, nuovi invasi e condotte, riuso delle acque depurate, dissalazione nei territori più vulnerabili e un vasto piano di manutenzione delle reti. Per il consumo di suolo propongono procedure più rapide e meno onerose per bonifiche e riqualificazioni. Per quanto riguarda le competenze, le organizzazioni invitano a valorizzare il ruolo delle associazioni imprenditoriali e del sistema camerale nella raccolta e analisi dei dati, così da orientare in modo più efficace le politiche nazionali su formazione e lavoro sostenibile. Sul fronte finanziario, infine, il documento chiede procedure più semplici per l’accesso ai fondi pubblici, strumenti dedicati alle PMI, questionari ESG armonizzati e un set minimo di indicatori condiviso a livello europeo.