Nonostante le tensioni geopolitiche, le drammatiche guerre in corso e i conflitti commerciali la società italiana è fortemente impegnata per l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. È il chiaro messaggio all’opinione pubblica, alle forze economiche, sociali e politiche che emerge dallo straordinario successo del 9° Festival dello Sviluppo Sostenibile, organizzato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Gli oltre 1.300 eventi organizzati nel corso del mese di maggio su tutto il territorio nazionale da imprese, associazioni, scuole e università indicano senza ombra di dubbio che si è radicata nel nostro Paese una cultura della sostenibilità economica, sociale, ambientale e istituzionale alla quale devono essere orientate le scelte individuali, collettive e politiche.
Purtroppo, a causa di politiche pubbliche insufficienti e contraddittorie l’Italia rischia di non approfittare delle opportunità offerte dalla transizione ecologica e digitale. Analoghe opportunità di sviluppo economico e di miglioramento del benessere vengono dal Regolamento per il restauro della natura, dalle nuove normative che favoriscono l’economia circolare e dalle direttive per potenziare la formazione e combattere il lavoro povero.
Per rafforzare la propria capacità di dotarsi di politiche innovative orientate allo sviluppo sostenibile l’Italia deve dotarsi di una “governance anticipante” per mettere il “futuro” al centro della riflessione culturale e delle scelte, coerentemente con quanto previsto dalla riforma della Costituzione del 2022, ispirata dall’ASviS.
I MESSAGGI CHIAVE DEL FESTIVAL, IN SINTESI
- La società civile italiana crede nella sostenibilità così come declinata nell’Agenda 2030 e si impegna per affermarne i valori e per trasformare il nostro Paese.
- Il mondo affronta difficoltà straordinarie e l’Italia deve sostenere con convinzione il rafforzamento delle istituzioni internazionali e sovranazionali.
- Dopo lo straordinario impulso realizzato nel periodo 2019-2024, l’Unione europea rischia di tornare indietro sulle politiche per la sostenibilità e questo sarebbe un grave errore.
- L’Italia non è su un sentiero di sviluppo sostenibile e le politiche sono insufficienti e contraddittorie.
- Le imprese italiane che si impegnano per la sostenibilità sono tante e sperimentano un aumento della produttività e della competitività.
- L’Italia deve attuare quanto si è impegnata a fare in sede ONU nel 2023 e nel 2024, orientando la pianificazione finanziaria e delle politiche settoriali all’attuazione dell’Agenda 2030.
- L’Italia deve dotarsi di una governance anticipante e mettere il “futuro” al centro della riflessione culturale e delle scelte, coerentemente con quanto previsto dalla riforma Costituzionale del 2022.