Qual è l’espressione più semplice per affermare soddisfazione, appagamento, compiacimento, divertimento e anche un po' di accettazione e approvazione? Mi Piace! Eh, sì… proprio così. Chi avrebbe mai detto che un simbolo ha il potere di esprimere tante sensazioni tutte insieme? Eppure, quello stilizzato pollice in su, che in alcuni casi è sostituito da un cuore, cliccato sotto un contenuto postato e condiviso sui social di ogni genere crea tanta soddisfazione, compiacimento… e, su alcune piattaforme, denaro. Un piccolissimo click, azione di un mero secondo, può generare in chi lo riceve tanto compiacimento da spronarlo a creare contenuti sempre più accattivanti per attirare l’attenzione degli altri. Tralasciando il riscontro economico che si può ottenere attraverso la valanga di like e condivisioni che hanno lo scopo di aumentare i follower (ovvero i fedeli che seguono i post di una persona) concentriamoci sugli effetti che un semplice, stilizzato, pollice in su, associato alla mitica parolina “like” può produrre.
Quando scorriamo il contenuto di un social network succede spesso di essere attratti dal post di un utente sconosciuto che ci invita a mettere un like su quello che abbiamo visto. Questo accade perché di fatto il caro pollice in su è un feedback positivo che più aumenta in quantità più si rafforza, assumendo il compito di informare tacitamente gli altri circa il fatto che quel contenuto piace a tanti e di conseguenza merita di essere visto. Il like è un passaparola quasi invisibile che si insinua tacitamente tra gli utenti dei social invitandoli a visualizzare quei contenuti già visualizzati e apprezzati da altri, persone che nella stragrande maggioranza dei casi neanche conosciamo! Uno dei risvolti meno noti del click sul like è quello del consenso passivo: chi schiaccia sul pollice in su non interagisce necessariamente con l’autore del post ma esprime un consenso che viene immediatamente condiviso tra i suoi follower, aumentandone esponenzialmente la diffusione.
Come dice un proverbio “Chi è curioso è ciarlone” ovvero tende a parlare troppo e disgraziatamente, in alcuni casi, il like trasforma il bisogno di farsi notare sui social per non essere escluso dalla novità che piace a tutti, in divulgazione di quanto visto attraverso la condivisione. Questo atteggiamento inconsapevole di per sé non è malvagio, anzi rientra proprio nel meccanismo dei social. Ma perché parlarne, allora? Perché, come sempre, diventa crudele se utilizzato senza riflettere sul contenuto al quale diamo la nostra approvazione. Sembrerà strano, ma nelle azioni di denigrazione, umiliazione e messa in ridicolo create per attaccare una vittima di cyberbullismo, il like ha un ruolo molto importante. Lo scopo del post condiviso in realtà è quello di rendere popolare e visibile al maggior numero di persone possibile l’azione denigratoria e per questo motivo il bullo cercherà delle frasi ad effetto per far sì che gli utenti che visualizzano quel contenuto siano spinti a cliccare il like e a condividere il post, a divulgare l’umiliazione – magari divertente perché ci ha fatto sorridere - rendendola popolare col fine ultimo di sottoporre la vittima ad una pressione psicologica intensa e sempre più pesante che ha effetti negativi sulla sua salute mentale e fisica.
Per rendere meglio l’idea è utile un esempio. Può capitare di visualizzare un contenuto dove un adolescente viene deriso. Guardando frettolosamente il video ci sfugge una risata e, senza accorgerci che quanto postato è un brutto scherzo messo in atto per bullizzare, clicchiamo sul pollice in su. Ciò facendo, non solo diamo la nostra approvazione all’azione denigratoria ma, sebbene inconsapevolmente, consentiamo all’atto di bullismo di penetrare nel mondo del cyberbullismo.
Purtroppo, se vedendo il filmato ne ridiamo, siamo portati per abitudine a mettere like e condividere con gli amici social quanto invece si dovrebbe denunciare cliccando sul tasto “segnala” per farlo rimuovere. Prestiamo attenzione al contenuto dei video postati sui social e non diamo istintivamente il nostro like. Non consigliamo agli altri utenti di visualizzare contenuti creati per ledere gli altri, pensiamoci bene prima di cliccare quel pollice.