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CYBERBULLISMO, SEGNI PARTICOLARI: INVISIBILE

 

Se parlare di bullismo è un compito molto difficile, lo è ancor di più quando l’argomento riguarda il fenomeno del cyberbullismo. L’era digitale è entrata con prepotenza nella nostra vita quotidiana trasformando la società in una community che vive all’interno del cyberspazio, ovvero il mondo virtuale, dove per esistere bisogna essere online (nei social) se non si vuole precipitare nel dimenticatoio dell’offline (fuori dai social). Oggi il mondo digitale si è imposto su quello fisico tanto che spesso la vita online è ritenuta più importante della vita fuori dai socialnetwork. 

 

Ormai è noto a chiunque che il telefono cellulare è diventato il migliore amico dell’uomo e l’estensione della sua personalità: basta un click per esporsi allo sguardo altrui ed essere sempre aggiornati sulla vita degli altri, parenti, amici o perfetti sconosciuti a cui si è concessa l’amicizia. Il web è diventato un riflesso del mondo fisico e in quanto tale ne ha assunto pregi e difetti, vizi e virtù. E così c’è chi usa la rete per fare del bene e chi invece ne approfitta per mettere in atto comportamenti illeciti che sfociano nel penale. Molti sostengono che le App di socializzazione e messaggistica devono essere limitate ai minori di quattordici anni per tutelarli da profilazione, truffe, pornografia e reati informatici ma quello che inquieta di più chi si occupa di minori, riguarda i fenomeni legati all’uso distorto della rete messi in atto proprio dagli adolescenti. Tra tutti, tralasciando per il momento il sextortion, il sexting e altre mode pericolose, c’è il cyberbullismo, un insieme di comportamenti occulti che vengono alla luce solo quando la vittima trova il coraggio di denunciare gli aguzzini. 

 

Ma che cos’è il cyberbullismo? Perché è spesso difficile da individuare? E soprattutto, è punito dalla legge? 

 

Innanzitutto, bisogna chiarire che l’azione di cyberbullismo si realizza attraverso l’uso della tecnologia. L’azione che il bullo informatico mette in atto è spesso silenziosa e mirata a mettere in ridicolo la vittima servendosi di chat, sms ed immagini inoltrate direttamente alla persona perseguitata o, fatto ancor più grave, condivise in rete o “postate”, diventando in breve tempo “virali” e commentate in modo offensivo dal popolo dei social. L’illecito comportamento permette al bullo informatico di colpire l’immagine digitale e la sfera personale della vittima prescelta anche attraverso l’uso di programmi di intelligenza artificiale sempre più sofisticati in grado di creare foto e video altamente offensivi e denigratori. Il cyberbullismo è dunque un “bullismo informatico” che pur operando nel mondo virtuale ha gravi conseguenze nel mondo reale. Se alcuni reati del codice penale – per esempio la diffamazione – possono riguardare sia il bullismo fisico che quello virtuale vi sono azioni illecite esclusive del cyberbullismo. Tra le tante, la creazione di “meme” diffamatori o “stickers” umilianti, creati modificando immagini attraverso programmi di facile reperimento in rete. È importantissimo sottolineare l’importanza che assume la condivisione in rete di un video. Un’azione di bullismo o un reato compiuto nel mondo fisico, se ripreso, postato e condiviso, si trasforma in cyberbullismo, in quanto fa uso del mondo virtuale per amplificare il risultato di umiliazione, derisione e offesa della vittima. E questo vale anche per i filmati realizzati con il consenso della persona prima che diventasse bersaglio di azioni volte a denigrare la sua immagine fisica e digitale (ad esempio il revenge porn).

 

Il fenomeno del cyberbullismo tarda ad emergere, restando a lungo invisibile, per diversi motivi: vergogna della vittima, condivisione virale nascosta che si scopre solo a seguito di commenti feroci nel mondo fisico, anonimato del cyberbullo che crea profili falsi per non esporsi in prima persona, incapacità di reagire alle prime azioni di esclusione o messa in ridicolo. 

 

Una cosa però deve essere chiara a tutti: il cyberbullismo è un fenomeno identificato dal legislatore e definito con una serie di norme che prevedono un lungo elenco di reati puniti dal codice penale.