Nico, ragazzino vivace, cresciuto in una famiglia laica, appassionato di videogiochi, dipendente dal cellulare e dai social, abituato ad una vita veloce e frenetica, piena di impegni e competizioni, è costretto a passare l’estate in Sicilia, ospite di un’anziana zia, abitudinaria, rigida, scorbutica e solitaria, signorina religiosissima che vive sola, in un antico palazzo pieno di leggende e superstizioni, senza wi-fi né elettrodomestici, completamente fuori dal tempo. La donna lo accoglie con fastidio, cerca di inserirlo con prepotenza nel suo mondo popolato da angeli e spiriti, dominato da un senso magico della religione. All’inizio il loro rapporto è burrascoso ma pian piano nasce un legame profondo di cui entrambi non sapevano di avere bisogno.

Opera di delicata sensibilità, attenta alle sfumature emotive, in cui il passaggio all’età adulta è raccontato con nostalgia e inquietudine, sospensione e curiosità. Lo scontro tra modernità e tradizione, ragione e religione, velocità e lentezza, è sostenuto da una regia sincera e misurata capace di muoversi con tatto tra le ferite della vita e la spensieratezza della gioventù, insinuarsi nella solitudine in cui sono immersi i personaggi per scoprirne paure archetipiche e leggerezza inconsapevole.