I film del week end


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Silvio Forever

di Sandro Calice

SILVIO FOREVER
di Roberto Faenza e Filippo Macelloni. Italia 2011 (Lucky Red)
Documentario, sceneggiatura di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo.

Nel 1978 Faenza “montò” il documentario “Forza Italia”, ironico ritratto della classe politica italiana degli anni Settanta attraverso spezzoni di filmati, ritirato dalle sale il giorno del sequestro Moro, non prima di essere diventato un piccolo film di culto. Dopo oltre 30 anni il regista è tornato sul luogo del delitto, accompagnato dal collega Macelloni e dai giornalisti Stella e Rizzo (gli autori de “La casta”), per raccontare la politica di oggi. Solo che oggi la politica è Berlusconi, e poco più.

“Silvio Forever” è il racconto dei momenti più significativi della vita di Berlusconi, un’autobiografia non autorizzata compilata con le parole del protagonista, senza interventi, correzioni, aggiustamenti: parole dette, scritte e nei casi in cui l’audio non c’è, recitate dalla voce di Neri Marcorè. Ma comunque autentiche. E vediamo quanto è tenero Silvio nelle origini povere della sua famiglia, quanto è intraprendente sin da adolescente, quanto è scaltro da ragazzo, quanto è bello da giovanotto, quanto è bravo come cantante, quanto è devoto come figlio, quanto è geniale come imprenditore, prima nell’edilizia poi nella televisione, quanto è lungimirante nella politica, quanto è altruista nel suo impegnarsi e spendersi per gli altri, per tutti noi, quanto è perseguitato da comunisti e magistrati, ma quanto è ottimista e allegro nonostante tutto, quanto è stanco ora che gli anni sono passati, quanto è perso senza la mitica madre e dopo che la moglie lo ha lasciato, quanto è ripetitivo e ossessivo, quanto è anche noioso, quanto è convinto che durerà più di tutti noi.

Stilisticamente l’operazione ha un suo fascino e un suo senso. Gli autori ripetono alla noia che non si sono voluti schierare, che hanno solo sapientemente assemblato pezzi importanti di storie. In realtà il personaggio non consente di non schierarsi, e mentre gli avversari troveranno “Silvio Forever” troppo fiacco, i sostenitori potranno bearsi della prima parte, vagamente agiografica, ma si lamenteranno del resto, troppo terreno. Chi di Berlusconi non ne vuole sapere più di quello che gli racconta la tv, questo film non lo vedrà, mentre a chi di Berlusconi non ne vorrebbe sapere più nulla, questo film dirà molto poco. Insomma, sarà pure, come sostengono gli autori, che Silvio Berlusconi è uno strepitoso personaggio della commedia dell’arte, ma alla fine la sua storia mette un po’ di annoiata malinconia. E’ sicuramente un nostro problema.