KILL ME PLEASE

di Sandro Calice

KILL ME PLEASE

di Olias Barco, Belgio 2010 (Archibald Enterprise Film)
Virgile Bramly, Aurelien Recoing, Benoit Poelvoorde, Bouli Lanners, Saul Rubinek, Zazie de Paris
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Una storia triste, tristissima, da morir dal ridere.

Il dottor Kruger è uno studioso del suicidio. Psichiatra, benestante, vuole creare una struttura dove chi lo desidera, e dopo gli opportuni controlli, può darsi la morte in modo pulito, sereno, con assistenza medica, realizzando addirittura l’ultimo desiderio. Al momento deciso si dovrà bere un preparato che nel giro di tre minuti, e senza possibilità di cambiare idea, darà la morte. I candidati devono mandare un video in cui spiegano le loro motivazioni. Sarà Kruger a scegliere. E’ così che nella lussuosa villa adibita a clinica cominciano ad arrivare un famoso comico con un cancro, una bella ragazza che soffoca se ogni ora non si fa una iniezione, un uomo che si è giocato vita e affetti al gioco d’azzardo, un ragazzo che tenta di suicidarsi da quando ha 7 anni, un obeso rapper, un vecchio cabarettista e altri ancora. Una miscela esplosiva di personalità nichiliste, che tuttavia Kruger riesce a gestire. Fino alla notte in cui scoppia un incendio.

Olias Barco ha diretto il suo primo cortometraggio a 21 anni, nel 1992. Con “Poubelles” nel 1994 ha vinto il premio Rail d’Or alla Settimana della critica al Festival di Cannes e nel 2002 ha diretto il suo primo lungometraggio, “Snowborder”. Questo “Kill me please” è un ritorno fulminante. Girato in uno splendido bianco e nero, con una fotografia che alterna lampi di luce a momenti quasi sfocati, perfetta per sottolineare gli stati emotivi dei personaggi, il film ha momenti di comicità pura che oscillano tra Mel Brooks e Jim Jarmusch. Una tela di “serietà” e di riflessioni “scientifiche” sulla quale con poche e mirate pennellate il regista disegna follie, strappi, fughe. Su tutto, la morte, che fa sempre di testa sua.