Giulietta, la più bella d'Europa

Il Premio Europa dell’Anno organizzato a Firenze dall’Uiga, l’associazione che raggruppa i giornalisti dell’automobile h

di Luigi del Giudice

L’Alfa Romeo Giulietta è l’auto più bella d’Europa. Almeno secondo il giudizio espresso dai giornalisti dell’Uiga, l’associazione che raggruppa i giornalisti di automobili. La Giulietta, auto ormai abbastanza conosciuta, si è imposta di stretta misura sulla Citroen DS3, vettura che, senz’altro, è più ricca quanto a tecnologia e a novità di design. Molto probabile, infatti, che il senso nazionalistico abbia giocato a favore dell’Alfa nelle votazioni, svoltesi a Firenze nel corso di una tre giorni, tutta dedicata all’auto, al mondo dell’automobile e ai suoi tantissimi problemi.

Il galà del Premio Europa
L’assegnazione del Premio Europa dell’Anno, manifestazione praticamente unica nel suo genere in Europa e, forse, nel mondo, quest’anno ha festeggiato il suo 25.mo compleanno, all’insegna dello slogan “Viva l’Auto”. La cerimonia della premiazione si è svolta durante una serata di gala all’interno di una enorme e stupenda officina del Gruppo Bettini, importante concessionaria di molti marchi d’auto del Centro Italia.

Bonora: ”Viva l’Auto”
Lo slogan scelto, “Viva l’Auto”, ha dichiarato a Televideo il presidente dell’Uiga, Pierluigi Bonora, vuole ricordare l’importanza di quello che è stata, è e continuerà a essere l’auto nel futuro”. E’ bene ricordare, infatti, che l’industria dell’automobile è quella che ha tolto l’Italia da una situazione di secondo piano, portandola ai livelli dei maggiori paesi industrializzati. “L’auto va non solo difesa -sottolinea Bonora- da quanti tentano di denigrarla e di considerarla come qualcosa di superato e di dannoso. Al contrario, va esaltata per una serie di valori che esprime. L’auto è e resta non solo una passione, ma un oggetto di grande utilità per tutti. Non è solo passione e svago, l’automobile rappresenta quel mezzo di locomozione che ci permette di muoverci agevolmente, in particolare se si considerano gli scarsi mezzi di mobilità italiani”.
A chi intravede nell’auto tutte le colpe di un futuro meno ecologico, come fanno molti politici, costringendo i costruttori a costose ricerche per diminuire le emissioni, ricordiamo che studi concreti, effettuati non molto tempo fa nei maggiori centri italiani, sostengono che l’inquinamento delle auto si attesta tra il 3 e il 5 per cento, contro il 70%, equamente ripartito tra il riscaldamento e l’industria. E’ bene ricordare anche che queste ricerche per migliorare il contenuto ambientalista delle vetture fanno lievitare i costi di produzione, secondo stime di fonti accredidate nel mondo automobilistico, di circa 800/1000 euro per veicolo. Tutti soldi che si ripercuotono sul costo che la gente paga nell’acquisto dell’auto stessa.

Vettini e la difesa dell’auto
Per fortuna, c’è anche chi crede nell’automobile. Ci crede molto e gli dedica una vita intera, come Gino Bettini, titolare dell’omonimo gruppo, molto noto a Firenze, e non solo. Un personaggio che ha lavorato, come ci racconta, “sempre fino a tarda notte”, sostenuto da “quelle sensazioni che condivido con tutti i cultori e appassionati di questi meravigliosi oggetti con un’anima”. La sua passione, oggi, dà lavoro a circa 90 persone e contribuisce a migliorare la qualità delle necessità degli automobilisti più esigenti.

La tre giorni dell’Uiga sull’auto
Ma il Premio Europa dell’Anno è stato inserito dall’Uiga in una manifestazione più vasta, comprendente prove delle vetture e una serie, fin troppo numerosa, di convegni, in cui spesso si sono ripetuti vecchi concetti, e, a volte inutili. Sì, perché, come in tanti altri dibattiti, è sembrato un susseguirsi di parole alla ricerca di una sicurezza stradale, perdendo l’obiettivo primario della vera e maggiore sicurezza. Quelle delineate nelle discussioni fiorentine, appaiono come situazioni già note che si pongono come complementari al problema più importante: il controllo su strada degli agenti. Basta la sola presenza di questi uomini per migliorare l’attenzione alla guida di quasi tutti. Non è un caso, infatti, che la quasi totalità degli incidenti venga attribuita alla guida distratta, la guida della disattenzione. E’ molto incontrollabile, è vero. Ma su di essa incide molto la presenza della stradale. I controlli elettronici, troppo cari per gli stipendi medi della gente, hanno un’utilità, ma relativa. Sono i controlli umani che possono migliorare il modo di guidare. Ricordiamo quando qualche anno fa per convincere tutti all’uso delle cinture di sicurezza, i controlli più pressanti degli agenti, per circa due mesi, ebbero come risultato una grossa diminuzione degli incidenti. Tra gli interventi, citiamo quello del presidente dell’Aci, Enrico Gelpi, che preferisce insistere sulla sicurezza dei mezzi e torna a chiedere “incentivi a sostegno della domanda automobilistica delle famiglie al fine di ammodernare il parco auto, con benefici non solo per l’economia, ma soprattutto per la sicurezza stradale e l’ambiente”. Almeno, così, si migliora la sicurezza dei mezzi su strada.
A conclusione, non vogliamo far mancare una nota critica all’ottima organizzazione dell’Uiga, per aver preferito ridurre i tempi delle prove dei veicoli a vantaggio dei numerosissimi dibattiti sul futuro dell’automobile.