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La Roma pareggia a Torino. Vincono Inter e Verona

Con l'1-1 i giallorossi fermano a dieci il record di vittorie iniziali. Lazio ko contro il Genoa. Il Sassuolo passa 4-3 a 'Marassi' contro la Samp. Il Livorno doma l'Atalanta

di Gianluca Luceri

La Roma interrompe a dieci la striscia di vittorie iniziali, fermata sull’1-1 all’Olimpico di Torino. Sorridono Napoli e Juventus che, dopo i successi nei rispettivi anticipi, ora accorciano le distanze dalla capolista a tre punti. Un margine comunque niente male per la squadra di Garcia, considerando anche che domenica sera c’è il confronto diretto fra bianconeri e partenopei. Il posticipo dell’undicesimo turno a Torino è gradevole e, nella prima fase di gara, mette in mostra il gioco fluido e veloce dei giallorossi che lavorano ai fianchi l’avversario e passano alla prima vera accelerazione, al 28’, con Balzaretti che trova il corridoio per Pjanic e il bosniaco che mette al centro, dove Strootman fulmina Padelli. La reazione granata è nelle iniziative di Cerci. Il n.11 impegna De Sanctis da fuori e poi serve El Kaddouri che vede la conclusione neutralizzata dal portiere giallorosso. Il buon momento del Torino nel finale di frazione continua in avvio ripresa. Meggiorini con un gran tiro al volo chiama alla paratona De Sanctis. Ma al 63’ l’estremo difensore non può nulla sulla deviazione ravvicinata di Cerci, servito da Meggiorini che vince il duello con Benatia. Partita ora vivace. La Roma riprende il comando del gioco, il Torino si propone con ripartenze veloci. Nel finale il forcing degli ospiti, a fronte dei granata decisamente sulle ginocchia, produce un paio di punizioni da posizione interessante (non ben sfruttate da Pjanic e Ljajic) e un colpo di testa di Burdisso alto di centimetri. Il pareggio interrompe la caccia ai record (o al miglioramento degli stessi) da parte della Roma, ma non cambia la sostanza: le prime tre viaggiano a ritmo vertiginoso, le altre per rientrare dovranno provare a rispondere colpo su colpo.

Non molla di certo l'Inter di Mazzarri, che si riprende il 4° posto (la Fiorentina l'aveva superata dopo il colpo a San Siro in casa Milan) strapazzando al 'Friuli' una spenta Udinese (0-3), formazione per ora lontana parente di quella brillante delle ultime stagioni. Fatali, ai bianconeri di Guidolin, le palle inattive. Punizione Taider, testa vincente di Palacio (25'). Corner Cambiasso, uscita a vuoto di Brkic, timbro di Ranocchia (29'). Alla mezz'ora del primo tempo, tutto era già compiuto. Pochi istanti prima del doppio squillo, i nerazzurri avevano sfiorato la rete con Cambiasso e soprattutto Nagatomo, sprecone sotto porta. Udinese impalpabile in fase offensiva, a parte un tentativo di Muriel complice un erroraccio difensivo di Samuel. L'Inter controlla il match anche nella ripresa, andando vicinissima al tris con un palo clamoroso centrato da Guarin. E' poi l'ex Handanovic a 'conservare' il risultato con un grande volo su botta del neo entrato Bruno Fernandes. In contropiede al 91', complice un perfetto assist di Palacio, per Alvarez è un gioco da ragazzi segnare uno 0-3 meritatissimo che fa scorrere i titoli di coda su una sfida praticamente a senso unico.

C'è una squadra che continua a stupire e a macinare punti, specialmente in casa (sei su sei): è il luccicante Verona di Andrea Mandorlini, la grande intrusa dei quartieri alti. Stessi punti dell'Inter (22), stessa posizione in classifica (quarta) e una voglia incredibile di salire ancora. Dove, lo scopriremo solo vivendo. L'attualità racconta intanto di un altro squillo gialloblù nell'inespugnabile fortino Bentegodi, vittima di turno il Cagliari di Lopez, piegato 2-1. L'Hellas-rivelazione non fa sfracelli ma mette subito la partita in discesa con la solita capocciata del solito Toni (quinta rete) al minuto 8. I sardi faticano a costruire e la gestione del match è sempre saldamente nelle mani dei padroni di casa. Che raddoppiano nella ripresa con Jankovic dopo un 'dai e vai' con Romulo (57'). Inutile e tardivo il gol di Daniele Conti (90'): la pillola resta amara per il tecnico Lopez, la cui classifica sta prendendo contorni preoccupanti.

Brutto tonfo casalingo della Lazio, vacilla paurosamente la panchina di Petkovic. Il Genoa espugna 0-2 l'Olimpico con una ripresa 'concreta': firmano l'importante blitz rossoblù Kucka al 60' e Gilardino su rigore al 71' (fallo di Ciani su Antonelli). Inutile il buon 1° tempo dei biancocelesti, vicinissimi al vantaggio con Klose (due volte) e Candreva. Buio invece nella seconda parte di gara (testa di Radu e solo mischie), con i fischi assordanti dei tifosi a fine match, delusi e arrabbiati per un'esibizione decisamente sottotono. Le molte assenze, compresa quella dell'ultimora di Hernanes, giustificano in parte il momentaccio. La difesa è fragile, le idee poche e confuse. Serve una sterzata, per non vivere un'anonima stagione da centro-classsifica. Fa festa, di contro, il rigenerato Grifone di Gasperini: secondo successo consecutivo e ottavo posto in classifica. Davvero niente male.

Dopo un mese di dolori, con 4 sconfitte consecutive e 1 brutto pari interno, il Livorno torna a catturare tre punti, che mancavano in casa labronica dal 15 settembre (2-0 al Catania). All'Ardenza, battuta 1-0 l'Atalanta con un destro rasoterra di Paulinho all'11' . Risultato meritato ma partita evidentemente condizionata dal doppio giallo, con conseguente espulsione, del nerazzurro Carmona al 34' del primo tempo, giustamente punito per due duri interventi. Sotto di una rete, e in 10 uomini per un'ora, la squadra di Colantuono ha provato inutilmente ad evitare il ko, giocando comunque meglio in inferiorità numerica. Per i padroni di casa anche tre limpide occasioni da gol (con Paulinho, clamorosa, Greco, più un palo di Duncan nel finale), mentre gli ospiti hanno una buona chance con De Luca, fermato in extremis da una tempestiva uscita di Bardi. Il Livorno dà una 'sistemata' alla sua classifica (agganciate Milan e Parma a quota 12), l'Atalanta resta ancora ampiamente in zona tranquillità (13 punti).

Fuochi d'artificio a Marassi tra Samp e Sassuolo, con gli emiliani a braccia alzate per un incredibile 3-4 conclusivo. Respira Di Francesco, sprofonda Delio Rossi, sempre più in bilico. L'uomo del giorno è Domenico Berardi, classe '94, baby-attaccante neroverde che abbatte i blucerchiati con una strepitosa tripletta. Eppure la sfida, per i padroni di casa, sembrava nata sotto una buona stella grazie al vantaggio siglato da Pozzi al 19'. Ma è solo un episodio, un'illusione che il campo e la ripresa spazzano via con la forza di un uragano. Parte al 49', complice un intervento a vuoto del difensore Costa, il Berardi-time. Costa che, in giornata tragica, poco dopo stende la stessa punta, viene espulso e causa il rigore, poi trasformato (52'). L'1-3 lo confeziona Floro Flores che s'invola indisturbato verso la porta (63') complice una difesa doriana imbarazzante, sia in questo episodio che in tutto l'incontro. Inaspettato, arriva però il sussulto d'orgoglio della Samp. Eder accorcia (65'), De Silvestri su angolo prende la traversa, raccoglie la respinta e mette dentro il 3-3 (81'). La girandola di emozioni sembra volgere al termine, sotto lo striscione del traguardo c'è però un altro colpo di scena. De Silvestri 'macchia' quanto di buono fatto pochi istanti prima atterrando in area Farias: altro penalty, altra esecuzione chirurgica di Berardi (87') che fa definitivamente saltare il banco. Il Sassuolo aggancia proprio i blucerchiati a quota 9 e guarda al futuro con rinnovata fiducia. Per la Samp l'orizzonte è invece pieno di nubi minacciose.

L'undicesima giornata di campionato propone anche un Monday Night, con al Dall'Ara un delicatissimo Bologna-Chievo. Mors tua vita mea, verrebbe da dire leggendo la classifica.