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Tregua sul governo fino al 30 luglio

Ma le tensioni restano fortissime palazzo_chigi_296

di Rodolfo Ruocco
(rodolfo.ruocco@rai.it)

Un terremoto può avere effetti devastanti e lasciare in piedi solo macerie, oppure può solo lesionare le case e i danni sono riparabili con grandi lavori di manutenzione. . Dopo lo stop di mezza giornata ai lavori parlamentari chiesto e ottenuto dal PdL, la casa del governo Letta è stata solo lesionata e il presidente del Consiglio per ora va avanti. La decisione della Cassazione di anticipare al 30 luglio l’udienza Mediaset, nella quale Berlusconi è accusato di frode fiscale, ha terremotato l'esecutivo di larghe intese che però regge.

Tuttavia le tensioni restano fortissime. Schifani, capogruppo del PdL al Senato, ha annunciato: una condanna di Berlusconi "non potrebbe non avere" riflessi sul governo. Le riunioni tra Silvio Berlusconi e i vertici del PdL si susseguono. Lo scontro tra “falchi” e “colombe” del partito si è infiammato sul delicatissimo tema del processo nel quale è imputato il fondatore del partito. Se la Cassazione dovesse confermare la sentenza d’appello del processo Mediaset, il Cavaliere chiuderebbe la sua vita politica per la pena d’interdizione dai pubblici uffici. Di qui la prima reazione durissima del PdL, con la richiesta dello stop per tre giorni dell’attività parlamentare, proposta poi limitata a mezza giornata dopo una delicata mediazione.

Il tam tam di Montecitorio fa circolare mille indiscrezioni. Una lancia la possibilità di una sentenza “dolce” verso il Cavaliere. Tutte le indiscrezioni, in testa quelle giudiziarie, vanno prese con le molle, tuttavia per adesso c’è da registrare un calo della tensione sul governo.

Guglielmo Epifani ha avvertito: o c'è un chiarimento con il PdL "oppure così non si può andare avanti". Il segretario del Pd teme che il presidente del PdL possa far cadere l’esecutivo non sulle sue vicende giudiziarie, ma sulla riduzione delle tasse (in testa Imu e Iva), questioni molto sentite dagli elettori. Epifani, in più, deve fare i conti con un Pd che ha subito con scarsissimo entusiasmo la nascita di un governo di grande coalizione con Berlusconi e Monti. Non solo: Non a caso molti parlamentari, soprattutto renziani, hanno contestato la sospensione dei lavori parlamentari per mezza giornata, in modo da permettere al PdL di riunirsi per discutere sulla rotta da seguire. Il Pd, in più, deve fare i conti con le fibrillazioni congressuali (Civati, Pittella Laura Puppato si sono già candidati per la segreteria).

In pista c’è soprattutto Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze ancora non ha deciso se puntare alla segreteria oppure “correre” solo per Palazzo Chigi, quando ci saranno le elezioni politiche. Il “rottamatore”, comunque, tiene sotto pressione il Pd e l’esecutivo. Giorni fa ha ammonito: il governo deve piacere agli italiani e “non solo a Brunetta e Schifani”.

Enrico Letta, sostenuto da Giorgio Napolitano, vuole andare avanti e punta soprattutto sulla “priorità” della lotta alla disoccupazione. E’ fiducioso. Ritiene che le vicende giudiziarie di Berlusconi non avranno “conseguenze” sul suo “governo di servizio”. Gli occhi sono puntati sulla udienza della Cassazione di fine mese. La tregua siglata sul governo potrebbe scadere il 30 luglio.