La Farnesina segue la vicenda


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Turchia, fermato fotoreporter italiano

E' il veronese Mattia Cacciatori, ha 24 anni mattia_cacciatori_296

Mattia Cacciatori, il fotoreporter italiano fermato a Istanbul, ha sentito oggi dalla Turchia i genitori al telefono dopo avere comunicato con loro via sms. "Sto bene" ha detto alla famiglia. A riferirlo è il sindaco di San Giovanni Lupatoto (Veriona), Federico Vantini, dove Cacciatori, 24 anni vive. "Sono in contatto con la famiglia di Mattia - ha spiegato Vantini- li ho sentiti oggi sia via sms, sia poi al telefono. Il ragazzo ha detto ai suoi familiari di stare bene dal punto di vista fisico, di avere subito un interrogatorio e di avere avuto assistenza dal consolato italiano".

Anche alla Farnesina c’è ottimismo per una pronta soluzione della vicenda. Fonti diplomatiche confermano che il consolato italiano a Istanbul è in contatto con le autorità locali e tiene aggiornata la famiglia. La vicenda dovrebbe risolversi a breve compatibilmente con i tempi necessari a raccogliere le deposizioni delle numerose persone fermate ieri durante la manifestazione. Ieri sera il messaggio del giovane fotoreporter alla famiglia: ''Mi hanno arrestato, sono sul furgone insieme ad altre persone, arrestate anche loro, e mi stanno portando nella stazione centrale di Aksaray''.

Secondo l'associazione Articolo 21 è stato fermato dalla polizia a Istanbul ''mentre stava filmando la manifestazione di Gezy park e le cariche della polizia''. "Si tratta dell’ennesimo episodio di violenza contro un cronista che cerca di documentare quanto sta accadendo in quel paese e di informare le pubblica opinione italiana, e non solo – ha detto Giuseppe Giulietti portavoce di Articolo 21 -. Chiunque abbia a cuore la libertà di informazione deve far sentire la voce per chiedere la immediata liberazione di questo giovane autore che, per altro, ha scelto di dedicare la sua vita alla illuminazione dei mondi oscurati e censurati”.

Mattia Cacciatori è un fotoreporter di 24 anni, nato a San Giovanni Lupatoto (Verona), dove vive abitualmente. Laureato nel 2011 in Cooperazione allo Sviluppo, decide di prendere in “mano la fotografia e getta se stesso nel reportage sin da subito”. Si definisce un fotografo documentarista e, dopo aver vissuto esperienze in quasi tutta Europa, ha iniziato a viaggiare in paesi come Mongolia, Kenya, Tanzania ed Ecuador. Nell’ottobre 2012 realizza per la Ong INTERSOS un servizio fotografico nel campo di profughi siriani Za’atari in Giordania. Dall’ottobre dello stesso anno al febbraio del 2013 realizza un reportage di guerra e sociale in Cisgiordania e Gaza.

Qui alcuni reportage del fotoreporter veronese: dall'ultimo a piazza Taksim (realizzato pochi giorni fa) al primo del 2011 in Ecuador.