Alta Moda a Roma


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Preziosismi e intramontabili geometrie

Con le sfilate di Sarli e di Giada Curti si è aperta la settimana dell’Haute Couture nella capitale

di Rita Piccolini
(rita.piccolini@rai.it)

Come raccontare l’alta moda a Roma? Nella girandola di iniziative, incontri, sfilate, manifestazioni, una domanda su tutte sorge spontanea: riuscirà questa città a riconquistare il posto d’onore, accanto a Parigi, di capitale dell’alta moda?

Certo la crisi c’è e si sente anche in questo settore. Da più parti vengono lanciati SOS, come quello di Stefano Dominella, presidente della storica Maison Gattinoni, che ha deciso già dal 2012 di presentare la propria collezione una sola volta l’anno per ridurre le spese (allestire una sfilata costa fino a 250 mila euro, spiega).


Eppure la tradizione dell’alta moda a Roma è stata veramente prestigiosa fino a pochi anni fa e meriterebbe aiuto e sostegno, proprio per quello che ha rappresentato nel mondo grazie soprattutto al Cinema. Aiuto dalle istituzioni prima di tutto, per ridare lustro a un evento che meriterebbe maggiore attenzione internazionale, anche da parte della stampa, e viene invece spesso relegato negli angusti spazi della cronaca locale. “Bisognerebbe mettersi intorno a un tavolo e fare un ragionamento su come rilanciare” spiega Dominella commentando le dichiarazioni del presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti che, nel corso della presentazione dell’evento, ha definito quella dall’Alta Moda romana una manifestazione vitale che ha bisogno del sostegno degli enti locali”. Sostegno che spesso è venuto meno al punto di arrivare alla scelta nel passato di avviare le procedure per uscire da AltaRoma. “Noi non condividiamo questa scelta – ha precisato Zingaretti- e vogliamo essere parte di questo progetto di successo, volano dell’economia …sosteniamo AltaRoma non per beneficenza, ma perché abbiamo bisogno della moda nel nostro territorio”. Quindi si è parlato ancora una volta del progetto mai realizzato di costruire “la Casa della Moda” a Roma, con la collaborazione di Roma Capitale, “per avere un luogo in cui quello che succede in due settimane si incontri tutto l’anno”. “Non ci si è mai riusciti- ha spiegato- per disallineamenti che in questa stagione storica non ci sono”. Fino a qui i buoni propositi.

Ma sono le sfilate, come quella prestigiosa di Sarli, un appuntamento da non perdere con l’alta moda e la migliore tradizione di maestria e bellezza, a dimostrare quanto sia importante rilanciare un settore che merita attenzione e rispetto, proprio per l’altissimo profilo delle sue creazioni. Carlo Alberto Terranova, designer ed erede della Maison, che ha preso il testimone lasciato da Fausto Sarli, lo stilista scomparso tre anni fa, apre la sua sfilata con un omaggio al Maestro che, ritratto in un enorme gigantografia installata negli spazi dell’ex Mattatoio del Macro al Testaccio, sembra dare il benvenuto agli ospiti e presentare 34 abiti scultura, appena usciti da una rassegna presso i Musei Capitolini, quasi sospesi nel gioco di luci a incantare con i giochi geometrici ed elicoidali tipici della sua ispirazione.

Poi la sfilata con i 34 modelli di Terranova tra i recinti e le vasche della Pelanda. Un’area industriale quella dell’ex Mattatoio trasformata in un immenso spazio per avvenimenti culturali. “Ho deciso di fare sfilare qui la collezione per il prossimo inverno perché desidero dare il senso di una moda in continua evoluzione. Come questi ambienti trasformati e rivitalizzati - spiega lo stilista - la moda deve essere itinerante e non stantia. Si deve rivolgere alle nuove generazioni che viaggiano, vanno ai concerti rock, seguono gli eventi culturali…Un bell’esempio di archeologia industriale pulsante di attività ha alimentato il mio desiderio di aprirmi ad una nuova visione dell’Alta moda e a un più ampio e rinnovato pubblico”.

Terranova ci tiene a sottolineare di avere dentro di sé le radici del maestro Sarli, che sono ben salde e profonde, ma che c’è anche molto di suo in questa nuova collezione che intende mischiare la dimensione dell’eccezionale con il quotidiano, tutto vissuto in modo personale, con la voglia di mischiare generi e stili. Linee e tessuti pregiati, ricami fatti a mano, a delineare figure che sono un omaggio all’architettura contemporanea nelle grandi capitali del mondo. I tagli geometrici e le volute ellittiche sono l’ingrediente principale così nelle giacche di gazaar e broccato di seta, come negli abiti per il giorno di lana double . Giochi e costruzioni “hand made” anche negli abiti da cocktail e nei sensuali abiti da sera ricchi di ricami a contrasto. Tutte le modelle indossano piccoli guanti e pochette di materiali preziosi. I colori: il nero, il grigio acciaio, il blu, carta da zucchero e copiativo, il rosso bruno e infine il “bianco Sarli”.

Poi il gran finale con l’abito da sposa enfatizzato da trasparenze luminescenti e da una struttura architettonica realizzata con un’infinità di trame, intrecci di linee a “nido d’uccello” di organza e cristalli Swarovski. Alla sfilata il pubblico delle grandi occasioni con ambasciatori, attrici e attori, esponenti del mondo dell’arte della cultura, il presidente Zingaretti e il sindaco Marino.

Tutt’altra dimensione da Giada Curti, che sotto i soffitti affrescati del The St.Regis Hotel, in un ambiente barocco e sontuoso porta in passerella otto modelli, per l’autunno-inverno 2013-2014, di cui quattro da sposa. Musica classica, giochi di luce, la donna di Giada Curti sembra uscire da un mondo di antica nobiltà ormai scomparso. Organza di seta e tulle impreziositi da sovrapposizioni di pizzi rebrodè e macramè. Fili di platino e paillettes cangianti si intrecciano su décolleté discreti. Cinture ricamate e guarnite di cristalli e perle cingono la vita come corone per gonne ampissime. E poi ancora balze, nastri, fiocchi. I colori: il bianco, il nero, il platino. Prima della sfilata compare in passerella la più piccola della famiglia Curti, una bimba che sembra di porcellana, con un nastro di raso azzurro in vita. Indossa un abitino creato con l’obiettivo di sensibilizzare il mondo della moda al rispetto dell’infanzia e dell’adolescenza. La creazione è un dono a favore di Telefono Azzurro in occasione dei 26 anni di attività.

Moda, sport e “dejeuner sur l’herbe”
Che bello assistere a una sfilata di alta moda all’aperto, con il profumo dell’erba appena tagliata e una lieve brezza ad attenuare l’afa, invece della micidiale aria condizionata a tutto volume degli ambienti chiusi! La collezione di Nino Lettieri viene presentata nel Centro Ippico Militare dei Lancieri di Montebello, perché è in questo contesto che il mondo della moda e del Polo si incontrano per l’appuntamento “X Polo Fashion Day”. Per l’occasione lo stilista ha creato una giacca ispirata alle donne che amano questo sport oltre a dieci modelli di haute couture per il prossimo autunno-inverno.

La sua collezione è dedicata a due protagonisti della creatività internazionale del 20esimo secolo: Paul Poiret, figura di spicco della moda della “belle époque”e Helmut Newton, maestro dell’arte fotografica. Linee ampie per i soprabiti di alpaca, cashmere e astrakan. Giacche in doppio petto dalla linea maschile abbinate a “pantaloni palazzo”. Gli abiti impalpabili di chiffon grigio perla, quelli di mikado rosso e quelli in pizzo nero hanno “un allure très decò”. Linea decisamente anni Trenta per la sposa in bianco con ampi drappeggi impreziositi da grandi rose di velluto dévoré e lurex ricamate su georgette.

Prima dell’incontro di Polo tra il team di Salvatore Ferragamo e la squadra Rolls Royce, capitanata Da Francesco Palestrini, un pic-nic sul green del Centro Ippico ideato da Simone Loi, giovane talento della gastronomia, che ha proposto specialità made in Italy con un tocco di tipicità brasiliana. X Polo Fashion Day è una manifestazione che parte da Roma per toccare varie città del mondo con lo scopo di promuovere l’iniziativa “Il polo per la ricerca”, contro l’insorgenza di neoplasie maligne nei bambini. Sponsor Sociale l’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù. Dopo Roma,le prossime tappe San Paolo e Parigi.

Nel centro di Santo Spirito in Sassia la collezione “Senses” della designer polacca Natasha Pavluchenko, che presenta una collezione caratterizzata da abbinamenti di materiali contrastanti: lana e seta, pelle e merletti, il leggero e il pesante abbinati insieme. Gli abiti lunghi sono molto femminili e scivolano sul corpo. Molti i soprabiti in pelle. Tutte le modelle indossano bandane anch’esse di pelle leggera. I colori vanno dal bianco al nero, attraverso diverse tonalità di beige, rosa cipria e blu chiaro. .