Giornata mondiale contro il lavoro minorile


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Unicef, nel mondo 150 milioni di baby lavoratori

115 milioni di loro sono coinvolti nelle forme peggiori di sfruttamento b

In tutto il mondo sono 150 milioni i minori tra i 5 e i 14 anni coinvolti nel lavoro. Sono stime Unicef. Per di più, 115 milioni di questi baby lavoratori sono coinvolti nelle forme peggiori di sfruttamento, sottoposti a carichi pesanti, orari prolungati e a contatto con sostanze chimiche.

"Il lavoro minorile è sia causa che conseguenza della povertà e del disagio sociale" ha sostenuto Giacomo Guerrera, presidente di Unicef Italia, in occasione della Giornata mondiale contro il lavoro minorile che si celebra il 12 giugno. "Se è vero che la povertà è il seme del problema", ha continuato, bisogna "spezzare il circolo vizioso povertà-lavoro minorile-ignoranza-povertà". E' la crisi finanziaria globale, spiega Unicef, a spingere più precocemente i minori al lavoro, specie verso le forme più pericolose. La situazione più dura, si rileva, è per le bambine che, oltre a lavorare, "devono occuparsi dei lavori domestici e della cura dei fratellini più piccoli, rinunciando alla scuola". E invece, secondo Unicef, proprio dalla scuola passa la lotta al lavoro minorile. L'istruzione, si precisa, è "l'arma migliore per allontanare lo spettro di un'ignoranza che è in primo luogo non conoscenza dei propri diritti". Utile anche "diffondere la cultura della responsabilità sociale d'impresa" che consiste nel tutelare i minori nei luoghi di lavoro, nel mercato e nella comunità e si realizza stringendo collaborazioni efficaci sia con i Governi che con le imprese. In arrivo Linee-guida in materia da parte di Unicef per supportare imprese e governi nella tutela dei diritti dei bambini. (G. R.)