I film del week end


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Effetti collaterali

di Sandro Calice

di Steven Soderbergh, Usa 2013, thriller (M2 Pictures)
Fotografia di Steven Soderbergh, Peter Andrews
con Rooney Mara, Channing Tatum, Jude Law, Catherine Zeta-Jones, Vinessa Shaw, David Costabile, Marin Ireland, Polly Draper, Jacqueline Antaramian, Katie Lowes, Mamie Gummer, Elizabeth Rodriguez, Peter Friedman
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La premiata coppia Soderbergh (regia, fotografia, montaggio) e Scott Z.Burns (sceneggiatura) torna a lavorare insieme dopo “Contagion” per raccontarci ancora di malattie, farmaci e paure moderne.

Quando Emily (Mara), arrivata a New York dal Midwest col sogno di diventare una grafica ma finita a fare la cameriera, incontra Martin (Tatum), spregiudicato operatore di Wall Street bello e ricchissimo, il sogno sembra realizzato. Una vita da primi del mondo, interrotta bruscamente quando Martin viene arrestato con l’accusa di insider trading. Per quattro anni Emily lo aspetta in un misero appartamento a Manhattan, per quattro anni resiste, ma proprio quando lui torna a casa, lei crolla. Depressione, tendenze suicide, panico, di lei si occupa il dottor Banks (Law), che prova su Emily diversi farmaci antidepressivi, senza successo. Finquando non incontra la dottoressa Siebert (Zeta-Jones), che in passato aveva avuto in cura Emily e che gli consiglia un nuovo farmaco. Gli effetti collaterali saranno sconvolgenti oltre ogni più pessimistica previsione.

“Effetti collaterali” è un thriller classico, con un occhio a Hitchcock e con la solita precisione e raffinatezza formale di Soderbergh. La cifra qui, come appunto in “Contagion”, è lo spunto di partenza realistico: la moderna piaga della depressione, la dipendenza dai farmaci della società americana, l’inquietante potere delle case farmaceutiche. L’ambiguità morale dei personaggi, ben resa soprattutto da Mara e Law, e una serie di riusciti (anche se non tutti imprevedibili) colpi di scena, ci consegnano uno spettacolo formalmente affascinante. Eppure manca qualcosa, quella tensione connaturata al genere che l’eccesso di autorialità del regista perde per strada e che dai tempi di “Traffic” Soderbergh non ci ha più regalato con altrettanta efficacia.

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