Giornata Internazionale contro Omofobia


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Discriminati 6 milioni di italiani

Intervista a Rita De Santis Presidente Nazionale AGedO, Associazione di genitori e amici di omosessuali, nata nel 1992, e formata da famiglie di persone lesbiche, gay e transessuali

di Carla Toffoletti

Dal 2007, il 17 maggio di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale contro l'Omofobia, promossa dall'Unione europea. La data fa riferimento al giorno in cui nel 1990 l'omosessualità venne rimossa dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale pubblicata dall'Organizzazione mondiale della sanità. Nel mondo, l'omosessualità è punita con la morte in 12 Paesi, mentre in altri    è condannata.

AGedO, Associazione di genitori e amici di omosessuali nata nel 1992 per sostenere il diritto all'uguaglianza, ha attualmente oltre venti sedi locali in tutta Italia, e una a Lugano, Svizzera, e si pone come obiettivi di aiutare altre famiglie ad accettare l’omosessualità del loro congiunto, chiedere un’azione di educazione e prevenzione del “bullismo” nelle scuole (l'età adolescenziale è quella in cui le persone omosessuali soffrono maggiormente il peso dell'omofobia), e ottenere l’approvazione anche in Italia di leggi contro le discriminazioni e i crimini motivati dall'odio. Abbiamo intervistato Rita De Santis, presidente nazionale di AGedO.

Qual è lo scopo della Giornata internazionale contro l’omofobia?
Per non dimenticare le vittime dell’omofobia che aumentano in modo esponenziale giorno per giorno. Sono quotidiani i casi di violenza fisica o psicologica sulle persone con un orientamento sessuale diverso. Inoltre la Giornata può anche essere intesa come una speranza: il non dimenticare per costruire un futuro migliore.

La Giornata contro l’omofobia non rischia di occultare le altre discriminazioni?
L’omofobia attraversa quasi tutte le minoranze e le discriminazioni. Il 10% della popolazione mondiale appartiene alla categoria Lbgt (lesbiche, bisessuali, gay e transessuali). La fetta delle persone omosessuali e transessuali è dunque rilevante. In Italia su 60 milioni di abitanti, 6 milioni appartengono alla categoria Lbgt. Trasversalmente l’omofobia colpisce anche persone che appartengono ad altri tipi di minoranze. C’è un razzismo omofobico, c’è un bullismo omofobico.L’omofobia è trasversale,colpisce non solo una categoria di persone ben definite, gli omosessuali, ma anche gli omosessuali di colore. In 9 Paesi nel mondo c’è ancora la pena di morte per l’omosessualità.

In che cosa si distingue la Giornata contro l’Omofobia dalla Marcia dell’Orgoglio omosessuale?
Il Gay pride è la giornata della visibilità, la giornata nella quale, spogliatisi dai pregiudizi, si riesce ad essere quello che si è veramente, senza aver paura, in un gruppo che non è solo omosessuale. Sono tanti gli etero che partecipano alla manifestazione. E’ la giornata di se stessi, della gioia di vivere quello che si è. Per persone costrette a vivere nella clandestinità, che si devono nascondere per non essere picchiate o dileggiate, avere diritto alla propria affettività e rivendicarlo è importante, è il fondamento del benessere umano. La giornata mondiale contro l’omofobia serve a non dimenticare che gli omosessuali sono stati perseguitati nei campi nazisti e stigmatizzati col triangolo rosa, nel medioevo sono stati arsi sui roghi, tutti i giorni, ancora oggi, vengono picchiati. Questa è una giornata di riflessione, quella è una giornata di gioia.

Oggi l’omosessualità culturalmente è molto più accettata. Non c’è il rischio di un atteggiamento un po’ vittimistico?
Noi non possiamo considerare un atteggiamento vittimistico la rivendicazione di diritti che sono già sanciti dalla nostra Costituzione all’articolo 3 e nella Carta di Nizza e nella Carta di Lisbona.Vogliamo solo ricordare a chi ci governa non ci regalano niente. L’Italia appartiene a una Comunità dove ed è l’unico paese dove non sono previste delle leggi che regolano i rapporti tra le persone omosessuali e transessuali. Non è una questione di vittimismo, ma di giustizia e di democrazia. Un paese democratico non può avere cittadini di serie A e di serie B.L’orientamento sessuale, è scritto esplicitamente nella Carta di Lisbona, non deve essere motivo di discriminazione.

Cosa manca dal punto di vista normativo nel nostro paese?
Manca l’applicazione di norme già sancite nella nostra Costituzione, perché l’articolo 3 dice chiaramente che non ci devono essere differenze tra i cittadini. Poi manca tutto quel complesso di leggi che regolano le famiglie omogenitoriali , che sono tantissime e non sono previste nel nostro Codice civile.

In Italia manca una legge che riconosca il reato di omofobia
In Italia c’è la legge Mancino. Era stato chiesto dall’onorevole Concia l’aggravamento di questa legge, ma è stato respinto. Io personalmente penso che la violenza sia una forma di inciviltà e così qualsiasi reato contro le persone e chiunque la perpetri va punito. Il fatto che poi la si faccia a una minoranza, e parlo del razzismo basato sul colore della pelle, o sulla religione, o contro un’etnia come i rom, è ancora più grave, perché parliamo di persone deboli per definizione. Esiste anche un’omofobia interiorizzata, vale a dire la difficoltà ad accettare serenamente il proprio orientamento sessuale a causa dello stigma sociale. Accettare una differenza in un paese dove la differenza è considerata un malessere e non una ricchezza, è molto difficile.

Se in passato lo scandalo era la “devianza omosessuale”, oggi spaventa molto di più la “normalità omosessuale”, nelle sua relazione affettiva, personale familiare
La devianza fortunatamente è stata cancellata da un decreto dell’Oms del 1990. La normalizzazione è un fattore culturale. Nei paesi in cui ci sono i presupposti per pensare alla differenza come ricchezza le cose sono più semplici. In Italia abbiamo dei prototipi, dettati dalla politica e dalla religione, che rendono la cosa molto più difficile.

In Italia è difficile essere genitori di un ragazzo/a omosessuale?
Può essere difficile in tutto il mondo. Dove c’è libertà essere padre o madre o nonna o zia di un figlio omosessuale è una ricchezza. Noi attraverso di loro abbiamo capito che l’amore non si coniuga in una sola declinazione.

Domani sarete ricevuti dal Presidente Napolitano
E’ la prima volta in Italia che la comunità Lbgt viene ricevuta da un Capo dello Stato. E’ una grande apertura, una grande soddisfazione, Il pensiero che il Presidente di tutti i cittadini consideri la Comunità Lgbt alla stregua di tutti gli altri cittadini ci riempe di gioia e di speranza.

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