Salone del Libro di Torino / 12 - 16 maggio


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Il passato e il presente

La mostra “1861-2011. L’Italia dei Libri”. Viaggio tridimensionale nella storia dei libri degli ultimi 150 anni

di Raffaella Miliacca

Si snoda come un viaggio tridimensionale nella storia dei libri degli ultimi 150 anni, incrociando passato, presente e futuro. E’ la mostra “1861-2011. L’Italia dei Libri”, allestita all’Oval, a Torino, per il Salone del Libro. Grandi pannelli si fanno incontro al visitatore, raccontando opere, autori, editori e pezzi di storia. Una cronologia a spirale sul pavimento indica un percorso temporale che dall’Unità d’Italia arriva a oggi. Un itinerario senz’altro suggestivo, lungo il quale ti capita d’imbatterti nella gigantografia di Montanelli, Pasolini, Gramsci, solo per citarne alcuni, in un sidecar o nella riproduzione dell’abito che indossava la Cardinale nel ballo del “Gattopardo”, nelle prime edizioni di alcune opere o in video d’epoca. Al centro della spirale, lo spazio dedicato al futuro, il libro digitale.

I percorsi espositivi sono cinque, I 150 Grandi Libri, quelli che dal 1861 al 2011 hanno scandito la nostra storia politica, sociale, del costume. Non solo narrativa, dunque, ma anche poesia, storia, saggistica, umorismo, bestseller, rarità. I 15 Superlibri: sono non necessariamente capolavori, ma testi che hanno rappresentato il sentire del nostro Paese. Una scelta ovviamente parziale, e forse arbitraria, come qualcuno ha criticato. Tanto da spingere il direttore del Salone, Ernesto Ferrero a replicare: “Le nostre scelte hanno fatto deflagrare delle discussioni. Era quello che volevamo. Le nostre sono proposte, provocazioni”. Tra questi Superlibri, “Le confessioni di un ottuagenario”, di Ippolito Nievo, “Ossi di Seppia”, di Montale, fino a “Il nome della rosa”, di Eco, e “Gomorra” , di Saviano. I 15 Personaggi: anche in questo caso definiti oltre la loro scrittura, ma per aver imposto cambiamenti di costume o di pensiero. Tra loro, Francesco De Sanctis, D’Annunzio, Salgari, Pirandello, Marinetti, Longanesi, Pasolini, Montanelli, Fallaci. Gli Editori, che hanno scoperto autori, pubblicato libri, inventato collane e dato a tutti la possibilità di leggere. E i Fenomeni Editoriali, dalle enciclopedie ai dizionari, dai romanzi rosa alle biblioteche, dai tascabili ai sussidiari.

Fin qui la mostra che, lo abbiamo detto, ha già collezionato qualche critica riguardo alle scelte fatte dai curatori. La difesa è affidata a Gian Arturo Ferrari, presidente del Centro per il Libro e la Lettura, che appunto l’ha curata. “Questa è una mostra storica, dice, non è la classifica dei più bei libri degli ultimi 150 anni”. Così “La morte civile”, di Paolo Giacometti, tra i 150 Grandi Libri, è significativa di quello che era il mondo culturale italiano all’indomani dell’Unità d’Italia, spiega Ferrari, come “Fantozzi” è uno dei grandi archetipi dell’Italia del dopoguerra. Non è una mostra sulla letteratura, ribadisce. Nel 1861, a parte Manzoni e Leopardi, nel panorama letterario europeo l’Italia non era nulla, dice ancora Ferrari, e quello che il nostro Paese ha fatto in un secolo e mezzo ha colmato questa lacuna.

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