Un circolo ricreativo con un nome con non ti aspetti, Santa Maria delle Grazie. Gente che gioca a carte e tira a passare il tempo tra una sigaretta e l'altra. Di fronte una banca, di quelle che vanno per la maggiore in Italia, e un piccolo bar che prepara caffé a ripetizione, emettendo lo scontrino fiscale una volta su dieci. Ci troviamo in una popolosa e anonima cittadina dell'hinterland a nord di Napoli, un tempo centro agricolo per eccellenza, oggi terra di delinquenza spicciola e organizzata, dove il fenomeno dell'usura raggiunge proporzioni elevatissime.
Entriamo nel circolo non senza un minimo di timore e subito mille occhi ti scrutono, ti fanno la radiografia di chi sei e che cerchi. Chiedo di don Pietro (il don da queste parti lo si dà in segno di rispetto), me lo indicano, è uno sulla sessantina, capelli brizzolati e braccio sinistro offeso.
“Sono qui per un piccolo prestito”, gli sussurro a bassa voce qualificandomi come un ragioniere disoccupato. “Chi ti manda?”, mi risponde. “Nessuno – ribatto –. Ho sentito parlare di voi da alcuni amici, vostri clienti”. Mi fa cenno di seguirlo in una stanzetta dove, ironia della sorte, su una parete campeggia un'immagine di San Pio. Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio usuraio o forse, a guardare bene il luogo in cui ci troviamo, ad una organizzazione di usurai.
Don Pietro, mi servirebbero 8mila euro. Le finanziarie mi stanno facendo dei problemi, ho perso il posto di lavoro...
“Vabbene, puoi restituirli in 48 mesi con una rata di 350 euro. Oppure in 5 anni, ma gli interessi aumentano”.
Un'alternativa?
“Posso procurarti una busta paga contraffatta. La presenti a qualche finanziaria e il gioco è fatto. O meglio, dovrebbe essere così. Oggi infatti è diventato molto più difficile ottenere prestiti dalle agenzie autorizzate. Erogano con maggiore attenzione, colpa della crisi. E' finito il tempo delle vacche grasse”. In tal caso, quanto... Mi interrompe. “Duemila euro cash”.
Ma 350 euro al mese in 4 anni per un prestito di 8mila sembra eccessivo...
“E tu, da disoccupato, o con un reddito di mille euro, con famiglia da mantenere e senza casa di proprietà, vai in qualche banca o finanziaria a chiedere un credito. Ti mettono alla porta”.
E la gente viene da voi...
“E dove dovrebbe andare. Siamo dei benefattori, applichiamo tassi solo leggermente più alti rispetto a quelli legali (sic!,ndr), ma di contro non chiediamo grandi garanzie in cambio, se c’è bisogno assegni post-datati o cambiali. A noi si rivolgono persone in difficoltà, che non hanno via d'uscita. Aiutiamo tutti. Dal padre che deve sposare la figlia al disoccupato che deve mettere il piatto a tavola ogni giorno, dalle famiglie che devono acquistare un'auto a quelle che d'estate hanno bisogno di soldi per andare in vacanza. Noi siamo l'altra Italia, quella che si sostituisce al sistema bancario e fa girare l'economia. Senza di noi la povertà aumenterebbe a dismisura”.
Sugli 8mila euro posso pensarci un po'?
“Tutto il tempo necessario”.
Un'ultima cosa, se non riesco a pagare?
“Pagherai, pagherai”. E sorride. Come dire: a buon intenditor poche parole.
(n.d.c.)