Francesco Chianese è il direttore generale della Banca Popolare di Sviluppo (Bps), un istituto di credito a spiccato orientamento localistico: opera infatti nel Napoletano e a Caserta. L'idea di costituire un istituto di credito in grado di dare risposte concrete alle aziende del Mezzogiorno e campane, in particolare, matura sul finire degli anni Novanta nel Cis di Nola, il centro commerciale all'ingrosso più grande d'Europa. Una intuizione di Gianni Punzo, fondatore del Cis, attuale vicepresidente della Bps e socio, tra gli altri, di Luca Cordero di Montezemolo in Ntv (Nuovo trasporto viaggiatori), la società che tra qualche mese farà concorrenza a Trenitalia con le sue carrozze ad alta velocità. In poco più di un decennio la Bps si è affermata sul territorio aiutando tanti imprenditori “abbandonati” dai colossi bancari del nord.
Dottor Chianese, come spiega la resistenza delle grandi banche a concedere crediti, soprattutto alle imprese del sud?
“Non credo ci sia discriminazione. Ora però, complice la crisi, la fase di credit crunch (stretta creditizia, ndr) sta colpendo un po' tutte le aziende italiane, senza alcuna distinzione in termini territoriali”.
Ci spieghi meglio...
“Le nuove e più severe regole previste dagli accordi di Basilea 3 (si tratta un insieme di norme che impongono agli istituti di credito dei principali paesi mondiali limiti alla loro attività operativa, soprattutto riguardo alla quantità di patrimonio di cui si devono dotare a tutela dei loro clienti, ndr) sono per le banche eccessivamente penalizzanti. E proprio questi nuovi standards di vigilanza concorrono in modo significativo all'attuale fase di credit crunch”.
Tutto qui?
“Certamente no, oggi le banche sono in sofferenza, hanno bisogno di liquidità, i tassi d'interesse per la raccolta sono alti e anche questo si riflette sul costo dell'impiego per gli imprenditori”.
Una piccola banca locale, qual è la Bps, in che si differenzia dalle altre, quelle che partono dal settentrione e “colonializzano” il sud?
“Noi viviamo il territorio quotidianamente, conosciamo le difficoltà delle aziende campane, soggette anche alla pressione della criminalità organizzata, e lavoriamo ogni giorno per aiutarle. Questa è la cosa che ci sta più a cuore, anche più della massimizzazione dei profitti”.
Come giudica l'azione della Bce (Banca centrale europea), che ha collocato presso gli istituti di credito dell'Unione europea prestiti per circa 489 miliardi di euro, da restituire entro 3 anni, con un tasso d'interesse pari all'1%?
“In teoria è una buona iniziativa, mirata a far aumentare la liquidità in Europa, evitando che le banche rimangano senza risorse, per concedere a loro volta prestiti a privati e aziende, ma dal punto di vista pratico penso che non avrà grande efficacia”.
Quale consiglio darebbe ad un imprenditore che chiede un credito?
“Le imprese italiane e meridionali in particolare sono fortemente sottocapitalizzate: manager e soci devono lavorare per rafforzare i loro patrimoni perché le linee di credito delle banche saranno sempre più dirette verso impieghi di qualità piuttosto che di quantità”.
(n.d.c.)