Via San Sebastiano, 48. Ci troviamo a Napoli, a pochi passi da piazza del Gesù Nuovo, nel cuore dei decumani (l'insieme delle principali arterie del centro antico). Qui, in uno storico edificio dei gesuiti, opera dal 1991 la Fondazione antiusura San Giuseppe Moscati, una onlus (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) fortemente voluta da un “prete coraggio”, Padre Massimo Rastrelli. Tante le persone che ogni giorno bussano alla porta di questo ottuagenario sacerdote, a quella che eufenisticamente viene definita come la “porta della speranza”.
Padre Rastrelli, come agisce la Fondazione?
“A pieno regime e risponde alla ingente domanda di prestito antiusura. Promuove efficacemente la cultura antidebito e 'accompagna' i suoi beneficiari all'uso responsabile del denaro. L'obiettivo finale e la salvezza economica di persone, famiglie e piccole imprese”.
Come avviene il “soccorso”?
“Mediante prestito bancario fatto concedere da alcuni istituti di credito a interessi bassissimi, in base a convenzioni e con deposito di garanzia finanziaria”.
Quante persone sono state aiutate fino ad ora?
“La Fondazione in 20 anni di attività, solo in Campania, ha salvato dai debiti di usura 3400 famiglie, versando garanzie per ben oltre 30 milioni di euro, fondi pervenuti dallo Stato e dalle beneficenze. Oggi la nostra onlus ha un capitale di 11 milioni, tutto denaro che è servito a liberare chi stava sotto usura, recuperato e poi di nuovo utilizzato. Un ciclo continuo”.
L'iter da seguire?
“Redigere una domanda, ma che sia 'ragionevole'. Essa infatti viene attentamente valutata da un pool di esperti, in campo bancario, finanziario e legale, che opera gratuitamente all'interno della Fondazione. Non tutte le richieste sono accolte. Molte, circa il 50%, vengono respinte”.
La Fondazione opera solo a Napoli?
“No. Sull'esempio di quella napoletana, sono sorte nel tempo, in tutta Italia, altre 26 Fondazioni antiusura, rappresentate poi da una Consulta nazionale con sede a Bari”.
Padre Rastrelli, le famiglie non riescono più ad arrivare a fine mese...
“E si indebitano. Molte persone si rivolgono agli usurai o richiedono e ottengono dalle finanziarie prestiti in poche ore, con rate che poi non riescono a pagare per i tassi oltremodo onerosi. Sì, anche quella delle finanziarie è usura, legalizzata, ma usura”.
Lei è anche il fautore del “Progetto lavoro ai meritevoli”...
“Si tratta sempre di una iniziativa collegata alla lotta all'usura. Infatti, spesso, in sede di 'ascolto', si individuano famiglie bisognose, a cui diamo una mano, se meritevoli. In tal senso, già 500 giovani napoletani hanno trovato lavoro presso alcune aziende del nord-est d'Italia, in particolare nel Trevigiano”.
Lontano da Napoli, però...
“Ho parlato a 3mila giovani, solo alcune centinaia mi hanno capito. Sono andati via e ora vivono dignitosamente. Gli altri, quelli che non hanno voluto comprendermi, sono rimasti e campano di espedienti”.
“Jatevenne” (andatevene), dunque?
“A Napoli ormai si sta perdendo pure la speranza, colpa anche dei politici. Servirebbe un cambio di mentalità, difficile che avvenga. 'A nuttata di eduardiana memoria è ancora lunga da passare, putroppo”.
(n.d.c.)