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A Saponara, il paese del Messinese devastato dall'alluvione che ha provocato tre morti, la vita riprende lentamente. Nella piccola borgata di Scarcelli, dove un costone roccioso si è staccato dalla montagna travolgendo alcuni edifici, si registrano i danni maggiori. Le squadre dei vigili del fuoco, della forestale e della Protezione Civile continuano a scavare senza sosta per liberare le strade e recuperare il corpo di Luigi Valla, l'operaio di 55 anni rimasto intrappolato nella morsa del fango insieme al figlio Beppe, di 28 anni e al piccolo Luca Vinci, di dieci anni. Ma le operazioni procedono a rilento per la grande quantità di detriti. L'assessore comunale alla cultura, Giovanni Liotta, indica la palazzina dove abitavano le tre vittime. "La casa di mia madre é in quell'edificio adiacente che fortunatamente non è stato travolto dalla frana. Quella sera è stato terribile: abbiamo sentito un boato e abbiamo visto la montagna venire giù...".
Liotta ricostruisce, come in un film, quegli attimi di paura: "La signora Valla si è salvata perché attraverso il suo balcone ha raggiunto casa nostra. Il fango la stava soffocando, si è salvata per miracolo. Suo marito e suo figlio erano delle bravissime persone, sempre gentili e disponibili". L'assessore comunale guarda poi al futuro, pensa a una ricostruzione che si annuncia fin d'ora problematica: "Siamo disperati. I danni sono ingentissimi, da soli non ce la possiamo fare. Speriamo che il governo ci aiuti...". A Saponara molte zone sono ormai off limits. Il sindaco ha firmato un'ordinanza di evacuazione per altri cento nuclei familiari, dopo i dodici che già ieri erano stati costretti ad abbandonare le loro case per motivi di sicurezza. L'alluvione ha devastato un territorio che pure non era ritenuto "a rischio" come Giampilieri, la frazione di Messina dove nell'ottobre del 2009 un'altra frana causò 37 morti. In alcuni punti del paese il fango raggiunge i tre metri di altezza.
Tra gli abitanti regna lo sconforto. "Siamo disperati, abbiamo perso tutto", dice Deborah Merlino. Il suo garage è ancora allagato fino al tetto dall'acqua. "Abbiamo perso tutte le provviste del bar di famiglia, le nostre auto sono completamente distrutte. Come faremo a ricominciare?". Le fa eco Antonino Guglia, indicando una zona del paese che sta ancora franando: "Il lavoro da fare è ancora molto, c'é fango dappertutto e molte zone devono ancora essere messe in sicurezza. Speriamo che, passato il clamore, non ci abbandonino".
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