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Giornata Mondiale della Gioventù

 

 

Dal 1 al 6 agosto i riflettori del mondo saranno puntati su Lisbona, che ospiterà la nuova edizione della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG). Un’occasione che si ripete da quando, nel 1984, Papa Giovanni Paolo II celebrò il Giubileo dei giovani e che racconta un periodo di investimento sulle nuove generazioni e sui più piccoli. Il 1985 fu proclamato dall'ONU Anno internazionale della gioventù e lo stesso anno, dopo aver riproposto l’iniziativa, il Papa scrisse una Lettera Apostolica ai giovani di tutto il mondo annunciando l'istituzione della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG).

 

Un periodo storico che ha visto, certamente, una tappa fondamentale nella Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza da parte delle Nazioni Unite nel 1989.

 

Negli ultimi trent’anni, sull’onda di questo lungo processo di riconoscimento del ruolo dei giovani nelle nostre società da più parti e su più fronti, le nuove generazioni sono state al centro di diverse strategie e politiche di sviluppo delle nostre società. Si pensi al ruolo assunto nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e, ultima nella linea temporale, la Strategia dell’Unione europea per la gioventù 2019-2027 fino all’intitolazione del 2022 da parte della Commissione Europea come Anno Europeo dei Giovani. 

 

L’edizione 2023 della GMG rivolge ai giovani un accorato invito: che escano allo scoperto, per divenire artefici degli eventi, che costruiscono, che incontrino l’altro, che partecipino.

 

Partecipare è questione di pratica e di esperienza, qualcosa che si impara, un passo alla volta, sin dalla più giovane età, quando ci si sente riconosciuti, quando si sente che il proprio pensiero, e pensare, è legittimato dall’altro, che si può dire, si può anche dissentire, si può fare insieme. Si arriva a partecipare ai processi decisionali (nelle diverse forme che la democrazia fortunatamente prevede) dopo che si è appreso come interrogare la realtà, come esplorarla e attraversarla, come farsi domande e come farle a chi si ha intorno, adulti e istituzioni comprese.

 

Bisogna, insomma, mettere i giovani nelle condizioni di saper fare – e sapersi fare – buone domande, alle quali trovare tutti insieme, collaborando fra generazioni, nuove risposte.

 

È in questa prospettiva che si inserisce anche il Festival GenerAzioni. Partecipazione, Inclusione Sociale, Spazio Pubblico (https://festivalgenerazioni.unimib.it/), che avrà luogo nelle giornate del 12 e 13 ottobre presso l’università di Milano-Bicocca. Si tratta di un evento che è parte della più ampia progettazione di MUSA (Multilayered Urban Sustainability Action - https://musascarl.it/), finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Due giornate dedicate alla promozione di spazi di dialogo tra tutte le componenti della società, con l’obiettivo di mettere al centro la partecipazione di tutte e tutti alla vita pubblica, a partire dalle nuove generazioni.

 

Una sessione del Festival è, in questo senso, dedicata a B-YOUth Forum (https://www.instagram.com/byouth.forum/), laboratorio di ricerca partecipata aperto a giovani tra i 14 e i 25 anni e legato ai temi della partecipazione, della rigenerazione urbana e dell’inclusione sociale. La sfida di B-YOUth Forum è quella di mettere le competenze di ricerca al servizio dei giovani per fornire loro strumenti utili a quell’esercizio di investigazione critica della realtà che è alla base della partecipazione: per supportare il loro esplorare il mondo, per accogliere le loro domande e costruire occasioni di confronto con le istituzioni affinché sia possibile, appunto, costruire insieme possibili risposte. Come in un’agorà, con un approccio interdisciplinare, integrando metodologie peer to peer e linguaggi differenti, e in collaborazione con partner locali, nazionali ed europei, B-YOUth Forum ingaggerà i e le giovani partecipanti in laboratori, riflessioni e dibattiti aperti alla cittadinanza tutta, per esplorare e sperimentare insieme modalità diverse per leggere e interpretare i contesti, per ricercare, appunto, per prendere parola e scoprire che è possibile prendere parte, in modo consapevolmente attivo, ai processi decisionali che riguardano il vivere insieme.