La tubercolosi può essere trasmessa tramite goccioline di saliva della persona con l'infezione nell'ambito di un contatto ravvicinato con un'altra persona. Ma il soggetto ammalato deve avere nei polmoni una ''forma cavitaria'' aperta, cioè una sorta di cavernetta dove si annida il batterio che poi viene espulso fuori attraverso le vie respiratorie.
E' la spiegazione di Alberto Villani, responsabile del'Unità operativa di Pediatria generale e Malattie Infettive del Bambino Gesù di Roma che precisa: ''è difficile calcolare il rischio reale che il contagio avvenga anche qualora si verifichino tutte le condizioni di cui sopra'', dipende dal tipo di persona che l'ammalato ha di fronte, dalla suscettibilita' individuale e da tante altre variabili che possono rendere il contagio anche un'eventualita' remota.
Il veicolo di contagio sono le cosidette 'goccioline di Flügge', microgocce di saliva in grado di rimanere sospese in aria e di veicolare, dispersi in aerosol, agenti infettivi di numerose malattie. Se la persona infettata ha nei polmoni questa forma cavitaria aperta, cioe' cavernette che comunicano con l'esterno tramite i bronchi, allora tossendo o parlando a una distanza di 15 centimetri o anche respirando puo' veicolare l'infezione.
Ma comunque non è detto che il contagio avvenga, come in tutte le malattie infettive, spiega l'esperto, ''c'è sempre un equilibrio tra agente infettante e soggetto ricevente, dipende da molti fattori l'esito di questo contatto, per esempio se si è predisposti dal punto di vista respiratorio ad ammalarsi, se si hanno le difese immunitarie 'in forma', ma anche un soggetto immunocompetente puo' essere contagiato''.
In genere in tutti i reparti, a maggior ragione in quelli di neonatologia, ci sono i controlli periodici del personale e tutta una serie di misure preventive piu' o meno accentuate a seconda del reparto; un nido richiede molte accortezze ma meno di una terapia intensiva neonatale. L'importante, conclude Villani, è che una volta che venga alla luce un caso di tubercolosi tra il personale ospedaliero si adottino, come è stato fatto prontamente al Gemelli, tutte le misure di sicurezza e di controllo per scoprire eventuali contagi e procedere prontamente alle cure evitando che il contagio si estenda oltre. In questo modo - ricordiamo che la tubercolosi risponde ai farmaci nella stragrande maggioranza dei casi - non c'è pericolo per la salute pubblica.