Le miisure della Manovra


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Addio alle province sotto i 300mila abitanti

In totale dovrebbero essere 36 quelle a rischio soppressione

Addio alle province al di sotto dei 300mila abitanti. Da Nord a Sud in tutto, dunque, dovrebbero essere 36 quelle che, comprese quelle delle regioni a statuto speciale, scompariranno lungo lo stivale, a partire dalle prossime elezioni.

Da Savona ad Asti passando per Belluno e Benevento. Tutte province considerate "inutili", e dunque da tagliare insieme alla fusione dei Comuni sotto i mille abitanti - e sarebbero coinvolti circa 1.500 enti su un totale di circa 8 mila - e la riduzione dei componenti i Consigli regionali.

A sparire saranno la maggiorparte delle province nate nel 1992: Verbano-Cusio-Ossola, Biella, Lodi, Prato, Crotone e Vibo Valentia. Nessuno sconto neanche per quelle più 'giovani', quelle, cioè, nate nel 2001 quando la Regione a statuto speciale della Sardegna istituì 4 province, divenute operative poi nel 2005: Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano e Carbonia-Iglesias.

La Toscana potrà dire addio alle province di Pistoia, Prato, Massa Carrara, Grosseto e di Siena. Per la Sicilia toccherà a Caltanissetta ed Enna. Nelle Marche sarebbe a rischio la sopravvivenza delle province di Ascoli Piceno e Fermo. Stessa sorte per Campobasso, Gorizia, Imperia, Isernia, La Spezia, Matera, Nuoro, Oristano, Rieti, Rovigo, Sondrio, Terni, Trieste e Vercelli.

La particolarità. Guardando il partito del presidente della provincia scompariranno ben 18 province attualmente amministrate dal Pd, 12 del Pdl, 4 della lega, e uno ciascuno di Mpa e Sel.