'Autoproduzione'


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Una rivoluzione culturale degli stili di vita

Zero imballaggi, meno trasporti, niente emissioni a

di M.Vittoria De Matteis

Si è tenuta tempo fa a Roma la Fiera dell’Autoproduzione. Si va dal cucire alla coltivazione urbana, dal farsi i cosmetici al riciclo creativo, dalla panificazione allo yogurt, dai detergenti per la cucina alla riparazione bici. Autoproduzione anche come strumento in cui trovare e aggiungere tecniche e ricette per permettere una condivisione dei saperi che altrimenti rischiano di disperdersi nella rete, nella società e nel tempo.

L'autoproduzione è un metodo per riscoprire l'indipendenza nel creare ciò di cui abbiamo bisogno per vivere, staccandoci dall'attuale sistema produttivo, riducendone la dipendenza e aumentando il piacere nell'utilizzare quello che viene prodotto. E’ per almeno mezza dozzina di buoni motivi che questo metodo suscita curiosità. E' economico: spesso il risultato ha un costo notevolmente inferiore rispetto allo stesso prodotto acquistato. E' ecologico: il risultato di per sè ha un impatto ambientale inferiore rispetto al prodotto acquistato, riducendo i vari passaggi produttivi e di spedizione; scegliendo con maggior cura le materie prime e' poi possibile ridurne ulteriormente l'impatto riciclando o riutilizzando strumenti e ingredienti. Dà soddisfazione: la capacita' di produrre cio' di cui abbiamo bisogno appaga lo spirito e l'istinto di sopravvivenza. Dà piacere sia produrre sia consumare. E' motivo di discussione; lo scambio di consigli ed esperienze è fondamentale per perfezionare le tecniche.

A questo scopo, si tengono dei corsi proposti da enti senza scopo di lucro (come alla Città dell’Utopia di Roma) per incentivare, diffondere e agevolare il miglioramento della qualità della vita attraverso l’insegnamento dei saperi artigianali, la trasmissione della conoscenza e il confronto fra le generazioni. Il costo de corsi è popolare, i partecipanti valuteranno l’efficacia e commenteranno gli argomenti proposti utilizzando anche la scheda di valutazione proposta. I formatori prestano la loro conoscenza e la loro opera a titolo gratuito: riconosciuti eventuali rimborsi spese. In questa ‘scuola’ ci si prefigge di favorire stili di vita volti a supportare la sostenibilità ambientale e la salute dei cittadini, la centralità della persona e della famiglia nella società. E’ un altro modo per applicare i principi dell’Economia della Decrescita, prediligendo la logica del dono e dello scambio e non quella della retribuzione.

Il ‘saper fare’ è il recupero di un insieme di pratiche tradizionali, tipica dei nonni nelle campagne d’Italia, che oggi, sotto la stretta della crisi economica e dell’emergenza ecologica planetaria, risponde a una precisa strategia collettiva. E’ una risposta chiara e praticabile, alla portata di tutti. Il ‘saper fare’ corrisponde, pertanto, ad un ritrovamento della propria individualità e della propria capacità di scelta, è la possibilità che ogni persona possiede di intervenire e di agire direttamente sul pianeta con basi eco-sostenibili, perchè “solo chi non sa fare niente di ciò che gli serve può diventare un consumista senza alternative” (Pallante, “La decrescita felice”). Quelli che vengono spesso considerati arretrati e poco scientifici, sono invece strumenti importanti per liberare gli individui dalla dipendenza assoluta dalle merci e dal mercato. La situazione economica, sociale ed ecologica a cui stiamo andando incontro richiede rispetto e collaborazione con gli altri individui.

Sperimentare questa nuova dimensione permette di recuperare capacità perdute, di accedere a beni primari limitando acquisti e spostamenti, di inquinare meno e risparmiare molto, e rivalutare il tempo e la soddisfazione del lavoro ben fatto, da condividere in modo solidale. Se migliaia, milioni di singoli adotteranno le pratiche del ‘saper fare’, inaugurando nuovi stili di vita basati sul recupero della capacità di auto-produzione di beni e quindi riducendo la produzione di emissioni e rifiuti, l’impatto di questa pratica diverrà in breve tempo molto significativo anche su scala globale.