Telefoni che squillano senza sosta, turni di lavoro massacranti, fino a 20 ore al giorno per coprire tutti i mercati, dall'Asia alle Americhe, con 'thermos' di caffe' sulle scrivanie perche' "non c'e' tempo neanche di andare alla macchinetta".
E' il quadro di queste giornate di agosto in una sala operativa londinese, che controlla tutte le attivita' europee di un importante gruppo finanziario, dove per fare fronte all'emergenza sono saltati anche turni di ferie: "Nessuno e' stato richiamato - spiegano - ma in molti non sono partiti". "Ci sentiamo in trincea - spiega una addetta al desk - con una volatilita' estrema e situazioni estreme sia nostre sia dei clienti". Una realta' che, spiegano in una sala operativa milanese "e' difficile da descrivere con parole normali". Ancora da Londra, invece, segnalano che "l'episodio piu' frequente di queste calde giornate e' il richiamo di margine, quando scatta l'allarme rosso per il cliente che fa un ordine, il cui investimento e' in perdita e allora si blocca tutto".
Dalla cornetta del telefono alla tastiera del computer e' tutto un rincorrere indici e titoli sulle schermate dei video, parlare di prezzi senza riuscire a fermarli, perche' l'elettronica e la speculazione sono piu' veloci della vista umana. Cosi' dai clienti arrivano proteste perche' "l'estrema volatilita' rende inoperativi gli ordini".
Ma oltre alla fatica di queste giornate esplode la rabbia di chi i mercati li segue da tempo. E' il caso del responsabile di una sala operativa milanese che punta il dito contro i derivati, che, a suo avviso, sarebbero la causa "del casino che e' scoppiato".
"E' tutto in mano a loro - afferma - e i mercati sono commissariati da questi strumenti cosi' come l'Italia e' commissariata dalla Bce". "Fa rabbia - aggiunge - vedere il Dax, non l'indice di un paese secondario del Sudamerica, perdere fino all'8%". "D'accordo che c'e' un rallentamento economico - spiega amareggiato - ma ormai i 9/10 degli scambi viene dai derivati, che da strumenti di difesa sono diventati strumenti d'offesa, che valgono 8 volte il Pil globale e questo non c'entra con l'economia reale".
Dietro le quinte di queste grandi manovre c'e' la longa manus degli "hedge fund (i fondi speculativi, ndr)" e delle "banche d'affari". Proprio queste ultime, a suo avviso, hanno stretto una "alleanza nascosta" con le grandi agenzie di rating come S&P, che ha declassato il debito pubblico Usa. "Non e' un caso - constata - che il giudizio sul debito Usa sia stato ritoccato da S&P e confermato invece da Moody's". Un vero inferno che puo' essere pero' neutralizzato con una ricetta all'apparenza semplice: "Fermare i derivati, stabilire regole su questi contratti". La parola passa alle Borse e alle Autorita' di controllo.