L'alternativa


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'Car sharing', ovvero meno traffico e spese per l'auto

Il mercato dell’auto italiana a luglio perde quasi l’11%, raggiungendo il livello più basso dal 1983. Analisti e addetti del settore sono concordi nel puntare il dito contro la manovra e, in generale, le incertezze della politica che vanno a colpire la fiducia dei cittadini poco propensi ad acquistare un’auto nuova in questo contesto di crisi (aumento accise sul carburante, superbollo, caro RC auto, etc.) c

M.Vittoria De Matteis

Ad avere valore è solo uno scambio di denaro, o si può considerare anche ciò che non è misurabile, come la comunità, lo scambio di beni e servizi? Una casa automobilistica tedesca, nella città di Ulm, vicino a Stoccarda, ha pensato che da qualche parte bisogna cominciare, e senza fare licenziamenti. Questa la sua idea: tenere insieme produzione, occupazione, ambiente e risorse. Il capo progetti tecnologici ‘Daimler’ Nelmuth Ritzler spiega che la loro esperienza di costruttori di automobili sta dimostrando che il modello di mobilità dell’auto privata fatica a crescere. I mercati sono saturi. Allora la casa automobilistica ha fatto una proposta all’amministrazione della città: facciamo un car sharing, le automobili le mettono loro, come anche gestione e organizzazione. Il Comune non deve comprare niente, ma rilasciare solo autorizzazione e parcheggi. Non dovevano convincere nessuno. Il prodotto ha colmato il vuoto di mobilità che non poteva essere coperto dai mezzi pubblici. Se in una città a 20.000 persone bastano 200 automobili, significa che se ne sono vendute di meno. E senza tagliare posti di lavoro: questi lavoratori organizzano la mobilità nella città di Ulm. E’ così che si passa da produttori a fornitori di servizi, e gli utenti del servizio dicono di riuscire a contenere la spesa per i loro trasporti privati entro i 1000 euro l’anno, tutto incluso.

Del car sharing, come del car pooling (letteralmente trovare compagni di viaggio), non si è forse parlato abbastanza in Italia. Eppure condividere un'auto significa pagare solo per il suo reale utilizzo, senza costi di manutenzione, assicurazione, parcheggio, permessi, bollo, carburante. Scegliere il car sharing non significa solo risparmiare fino a 4.000 euro l'anno (dati del Ministero delle Infrastrutture), ma soprattutto significa essere liberi da tanti obblighi che si debbono sostenere.

Più che a chi fa un uso continuativo dell’auto, questa formula di ‘noleggio’ è adatta a chi non ha la possibilità di gestire un’ auto di proprietà per motivi economici o di spazio; a chi non può o non vuole la seconda autovettura in famiglia solo per usi sporadici; a chi non vuole più avere costi fissi legati alle spese dell’autovettura di proprietà e a chi condivide la necessità di sviluppo sostenibile nella quale rientra la salvaguardia e la protezione dell’ambiente dall’inquinamento atmosferico e acustico.

Dato che chi opta per il car sharing decide di condividere un bene con altre persone, è necessario rispettare alcune regole minime di civiltà: nessun animale a bordo, non si può fumare, l’auto va riconsegnata col serbatoio pieno per almeno ¼ e va parcheggiata nello stesso stallo. Si può entrare nelle Zone a Traffico Limitato senza rischiare multe, si può girare quando c´e´ il blocco del traffico, si può parcheggiare gratis nelle striscie blu e si possono utilizzare le corsie preferenziali aperte ai taxi. Quando si vede circolare un'auto del car sharing, si pensi che ognuna ne toglie di mezzo 10 private. Utilizzare il servizio significa contribuire a limitare le auto in città e diminuire l'inquinamento.