Guerriglia urbana


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Se la Londra multietnica va in tilt

Gli scontri di Tottenham tra forze dell'ordine e cittadini, per quanto eventi rari, fanno comunque parte di un'ormai folta tradizione della capitale britannica l

Gli scontri di Tottenham tra forze dell'ordine e cittadini, per quanto eventi rari, fanno comunque parte di un'ormai folta tradizione della capitale britannica. Il percorso che ha portato Londra ad essere quella città-mondo, accogliente e tollerante, che vede la sua diversità come una risorsa, non è stato infatti privo di 'stop and go'. Specie nei quartieri periferici dove le condizioni di vita sono più dure. Alla base degli scontri, però, si ritrova spesso la medesima ricetta: il difficile rapporto fra polizia e comunità locale.

Così fu anche per la guerriglia scatenatasi nel 1985, sempre nel quartiere di Tottenham. A far scattare la scintilla fu la morte di Cynthia Jarrett, madre 49enne del giovane Floyd Jarrett, avvenuta durante la perquisizione di casa sua avvenuta dopo l'arresto del figlio. I Jarrett facevano parte della comunità caraibica del quartiere. Il giorno successivo gli abitanti si ribellarono e durante gli scontri l'agente Keith Blakelock venne ucciso a colpi di machete. Tale furia trovava le radici nella diffusa sensazione della comunità nera di Londra che la Metropolitan Police fosse una specie di covo di razzisti. Una settimana prima, d'altra parte, gli eventi s'erano ripetuti in modo quasi uguale nel quartiere di Brixton.

Là, Dorothy 'cherry' Groce, madre del sospettato Michael Groce, restò infatti paralizzata in seguito a un colpo sparato da un agente durante la perquisizione. In breve tempo davanti alla stazione di polizia si raccolse una folla di manifestanti che chiedeva la punizione dei poliziotti coinvolti. La situazione degenerò e Scotland Yard perse per 48 ore il controllo del quartiere. Niente, a ogni modo, rispetto agli scontri avvenuti, sempre a Brixton, quattro anni prima, nel 1981. In quel caso 299 poliziotti rimasero feriti, 28 edifici vennero dati alle fiamme, 117 furono svaligiati o danneggiati, oltre 100 auto, fra mezzi privati e volanti, vennero distrutte.

La scala e l'intensità dei disordini indusse il governo, allora guidato da Margaret Thatcher, a istituire un'inchiesta pubblica. Il risultato, lo Scarman Report, trovò prove inequivocabili di un uso eccessivo da parte della polizia dei poteri di perquisizione nei confronti della popolazione nera. Il risultato fu l'introduzione di un nuovo codice di condotta e l'istituzione della Independent police complaints authority. Ovvero l'ente indipendente che ora sta conducendo le indagini sulla morte di Mark Duggan.