Suo figlio Brando gli ha messo in testa i personaggi giapponesi che non muoiono, ma dietro a uno ce n'è un altro più forte. Una filosofia di vita e di gioco per Alessandro Campagna, il ct Pokemon scherza adesso che dalla panchina ha riportato in Italia il titolo mondiale della pallanuoto, diciassette anni dopo l'ultimo che lui aveva vinto da giocatore.
''Il sogno per me è la prossima competizione - dice l'ex campionissimo in calottina - lì focalizzo subito la mia attenzione. Ci ha pensato mio figlio a istruirmi sui Pokemon a suon di figurine: 'Papà, mi dice bisogna sempre andare avanti perché dietro a uno ne trovi un altro più forte''.
Non una tattica di gioco, ma un pallanuoto-pensiero che fa di Campagna non un cartone manga ma il ct del Settebello tornato campione del mondo: a Shanghai l'allenatore, classe '63, che da giocatore ha vinto tutto - compreso lo storico oro olimpico a Barcellona '92 - si è spinto al top ma non vuole fermarsi.
''Ho pianto dentro - dice dedicando l'oro a sua moglie Viviana e ai suoi due ragazzi - e adesso finalmente mi sento svuotato. La squadra ha fatto finalmente il salto di qualità e con la continuità dei risultati siamo cresciuti davvero. E' una nazionale che ha dimostrato una disciplina e un rispetto rigoroso dei compiti errori. Questi ragazzi sono dei fenomeni, non fanno errori. Stefano Tempesti ha fatto un mondiale strepitoso, il campione quando serve viene fuori e questa è l'Italia, quando è unita è super''.
Testa, determinazione, cuore: una combinazione micidiale, e poi tanto studio, infinita passione. Perché chi ha vinto tutto come Campagna non si accontenta comunque: c'e' già il prossimo sogno da realizzare. Battere se stessi e ritrovarsi più forti di prima. La festa è appena cominciata: il ct Pokemon promette cose grandi.