La classifica dei maggiori Paesi esportatori


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Made in Italy perde quota di mercato

Italia scende da settimo a ottavo posto pomodori_296

L'Italia perde una posizione nella classifica dei maggiori Paesi esportatori a livello mondiale, scendendo nel 2010 all'ottavo posto dal settimo dell'anno precedente. A scavalcarla è la Corea del Sud, che in 12 mesi è riuscita a salire di due gradini.

Se il Made in Italy soffre non è così per il Made in China che conquista lo scalino più alto del podio, seguita da Stati Uniti e Germania. A fare il bilancio su un anno di commercio estero è l'Annuario statistico, messo a punto da Istat e ministero dello Sviluppo economico. Un rapporto che, appunto, certifica come la quota di mercato dell'Italia sia calata al 3% nel 2010 dal 3,3% del 2009.

Eppure le esportazioni tricolori lo scorso anno sono risultate in forte crescita, tanto che l'annuario fa notare che ''l'interscambio commerciale dell'Italia si contraddistingue per un consistente aumento delle esportazioni (+15,8% sul 2009)'', un netto rialzo pur se meno sostenuto rispetto alle importazioni (+23,4%). Il problema è che alcuni Paesi hanno registrato crescite ancora maggiori.

Lo studio, infatti, evidenzia che il quadro internazionale è ''caratterizzato dalla ripresa del commercio mondiale, ma anche da forti pressioni competitive sui prodotti del Made in Italy''. Ed ecco che la fetta di mercato posseduta dalla Penisola si riduce.

Così se l'Italia si ferma a quota 3%, la Cina, paese con la quota più elevata sulle esportazioni mondiali di merci, arriva al 10,6%; gli Stati Uniti all'8,6%, la Germania all'8,5%, seguono il Giappone (5,2%), i Paesi Bassi (3,8%), la Francia (3,5%) e la Corea del Sud (3,4%).

Tuttavia la Penisola si mantiene nella Top Ten dei maggiori esportatori e pure in quella dei principali importatori, sempre collocandosi all'ottavo posto come nel 2009. Il commento del ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, ai dati è positivo: ''La crescita del made in Italy ha contraddistinto i nostri principali settori, a partire da quello dei macchinari, che resta la nostra prima voce all'estero''. Quante alle direzioni dei flussi commerciali, Romani sottolinea: ''Anche le rotte del nostro export sono cambiate gradualmente: se Germania e Francia restano i principali paesi di sbocco, e' vero che i nostri prodotti hanno registrato tassi di crescita record in Brasile (+44%), Turchia (+42%), Cina (+30%) e Russia (+23%), ovvero verso i nuovi players dell'economia globale''.

Il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, osserva come il 2010 sia ''anno di forte ripresa del commercio mondiale in uno scenario caratterizzato da opportunità ma anche da persistente incertezza''.