Sono stati piu' di 52.000 i terremoti registrati in Italia negli ultimi 5 anni. Grazie alla rete di rilevamento dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia tutto il territorio nazionale e' monitorato e riesce a rilevare scosse anche minime che la popolazione non riesce ad avvertire. Tutto il territorio nazionale e' un sorvegliato speciale perche' la pericolosita' sismica dell'Italia e' ben nota' e le regioni a maggiore rischio sono Umbria, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia orientale e Friuli Venezia Giulia.
Oltre un terzo del territorio italiano e' caratterizzato da un'attivita' sismica classificabile come medio-alta. L'Istat ha calcolato che l'8,9% dei comuni ha un livello di sismicita' alta e il 43,1% un livello di sismicita' minima. Considerando l'Italia nel suo complesso, 725 i comuni in zona ad alta sismicita', 2.334 comuni in zona di media sismicita', 1.544 in zona a bassa sismicita' e 3.448 comuni in zona a minima sismicita'. In totale 24 i milioni di italiani esposti ad alta (tre milioni) e media sismicita' (21 mln).
La sismicità più elevata si concentra nella parte centro-meridionale della penisola - lungo la dorsale appenninica (Val di Magra, Mugello, Val Tiberina, Val Nerina, aquilano, Fucino, Valle del Liri, beneventano, Irpinia) - in Calabria e Sicilia, e in alcune aree settentrionali, tra le quali il Friuli, parte del Veneto e la Liguria occidentale. Quattro sono le aree sismiche considerate sorvegliati speciali: Frusinate, Monti reatini, aquilano e Mugello.
In 2500 anni, l'Italia è stata interessata da più di 30.000 terremoti di media e forte intensità superiore al IV-V grado della scala mercalli e da circa 560 eventi sismici di intensità uguale o superiore all'VIII grado della scala Mercalli (in media uno ogni 4 anni e mezzo). Solo nel Ventesimo secolo, ben 7 terremoti hanno avuto una magnitudo uguale o superiore a 6.5 (con effetti classificabili tra il decimo e nono grado Mercalli).