40 anni di carriera e quadruplo cd


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I Cugini di Campagna, la musica dell'Anima...Mia

Un cofanetto che contiene anche un dvd con i video più esclusivi c

di Maurizio Righetti

Ormai sono pluri-prozii. E si saranno anche urbanizzati. Ma al fixing delle azioni canore - quasi 40 anni dopo - il loro brand “I Cugini di Campagna” e il loro core business (anzi l'unico) “Anima mia” mantengono sempre ottime quotazioni. Forse quel letto avrà oggi la rete a doghe e il materasso ortopedico, ma - sopra - continua a restare “come l'hai lasciato tu”. E per quelle “mura” sarà stato raggiunto il massimo livello del disprezzo. Sapere se i capelli siano stati sciolti “oppure no” a questo punto diventa di secondaria importanza: di sicuro hanno cambiato colore.

Una nuova raccolta: “Anima mia… Mi manchi tu… da 40 anni”. Con un brano da una poesia di Giovanni Paolo II
E così quest’anno I Cugini di Campagna, a 4 decenni dal loro debutto, hanno deciso di regalare ai loro fan un cofanetto speciale: quattro cd con la migliore produzione della loro carriera e un dvd con i video più esclusivi, le performance meno note e quelle inedite. Titolo della raccolta: “Anima mia… Mi manchi tu… da 40 anni”. Singolo scelto “Mi Manchi Tu”. A rendere più prezioso il cofanetto è la presenza al suo interno della canzone “La Nostra Terra” trasposizione in musica di una poesia di Papa Giovanni Paolo II, cantata sia in latino che in italiano e resa maggiormente d'atmosfera dalla fusione di voci tipica del complesso. “Quando eravamo più piccoli – racconta Ivano Michetti - io e Silvano siamo stati nel coro delle famose ‘voci bianche’ della Cappella Sistina, durante il pontificato di Papa Giovanni XXIII. Anni dopo, attraverso la Curia Vaticana, ci è stato permesso, con l’approvazione personale del Santo Padre Karol Wojtyla, di interpretare quel brano tratto da un suo componimento”.

“Anima mia” cantata da Frank Sinatra, gli Abba, Dalida, Claudio Baglioni, Ricky Shayne, Paolo Meneguzzi
Erano gli anni Settanta ed un gruppo di ragazzi si fece notare per l’estro, l’autoironia, la simpatia e la voce inconfondibile. La loro prima canzone, “Il ballo di Peppe”, lanciata dalla trasmissione Alto Gradimento, condotta da Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, divenne presto un tormentone. Ma a decretare la loro consacrazione fu “Anima mia” (1973) canzone scritta da Ivano Michetti e interpretata successivamente anche da tantissimi cantanti (tra gli altri Frank Sinatra, gli Abba, Dalida, Claudio Baglioni, Ricky Shayne, Paolo Meneguzzi). Da quel momento il successo dei Cugini di Campagna è stato accompagnato anche da altre canzoni da loro composte.

Un titolo “regalato” a Fabio Fazio
Dopo aver trionfato in tutto il mondo, nel 1997 i Cugini di Campagna sono tornati alla grande ribalta con il programma televisivo che si chiamò proprio “Anima mia”, condotto da Fabio Fazio e Claudio Baglioni. Da allora la fama è tornata a crescere. E via a tour nazionali e internazionali e a partecipazioni alle più importanti trasmissioni tv.

Chi sono i quattro del gruppo
La melodia inconfondibile, i testi semplici, ma talora di contenuti profondi, e la particolare voce solista sono i tre fattori essenziali del successo dei Cugini di Campagna, i cui componenti sono: Ivano Michetti, leader del complesso musicale, autore ed arrangiatore di tutte le canzoni incise, suona strumenti a corda; Silvano Michetti, addetto alla programmazione computer, fratello gemello di Ivano, suona strumenti a percussione; Nick Luciani, è l’inconfondibile voce solista del gruppo; Luca Storelli, canta e suona le tastiere.

Musica italiana, quante storie di single (intesi come successi unici)
E' vero che la notorietà indiscussa del gruppo ha un'origine chiara e la produzione residua è soltanto contorno (utile di sicuro, specie quando devi fare concerti di 2-3 ore). Ma la storia della musica leggera è piena di autori e cantanti che hanno avuto un unico grande successo. O quasi. Talora con effetti nemmeno piacevoli sul loro equilibrio psicologico. Limitiamoci a pochi esempi.

“C'era un ragazzo...”, uno straordinario capolavoro rimasto privo di compagnia
Mauro Lusini, allora poco più che ventenne, fece ascoltare nel 1966 a Gianni Morandi e al grande paroliere Franco Migliacci (quello di “Volare”) una sua composizione, cantata in un inglese più maccheronico che stentato. Si trattava di un brano destinato ad un successo formidabile: “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”. Migliacci lo aggiustò; Morandi ci costruì una nuova fama, quella di cantante impegnato; la mitica Joan Baez lo inserì nel suo repertorio e lo eseguì anche nel celebre concerto dell’isola di Wight. Per Lusini fu un vero trionfo. E anche l’immensa soddisfazione di entrare nel catalogo dei censurati. Già, perché all’epoca tutto quello che poteva generare anche un minimo di risentimento negli americani era bandito. E quei Vietcong uccisi in Vietnam non avrebbero dovuto essere così pubblicamente ricordati. Poi più nulla, nella carriera di Lusini, che lontanamente somigliasse a quel prodotto. Lui, come quasi tutti i senesi, è persona garbata e piacevole. Compone, tra l’altro (e bisogna saperlo fare), jingle per importanti trasmissioni televisive. Ma non è la stessa cosa.

Bella, di nome e di fatto. Con un solo amore musicale ben riuscito: le sue “Montagne Verdi”
Nel 1972 a Sanremo una giovane e gradevole ragazza siciliana presenta “Montagne Verdi”: è Marcella Bella. Da sconosciuta diventa famosissima e scala tutte le classifiche nazionali di vendita. Continua a cantare, ma produce, al massimo, “Io domani”, “Tanti auguri”, “Senza un briciolo di testa”. Musicalmente parlando, robetta. E gli applausi convinti li riceve ancora oggi solo se canta quel brano scritto da suo fratello Gianni (con Giancarlo Bigazzi) che, invece, di pezzi di successo ne comporrà diversi altri, alcuni cantandoli in proprio (“Più ci penso”, “Non si può morire dentro”, “L’emozione non ha voce”...).

Una carriera rimasta “Bella dentro”. Qualcuno si ricorda di Paolo Frescura?
Ha 22 anni Paolo Frescura quando nel 1975 sale alla ribalta con una canzone melodica tra le più ascoltate nel suo genere per diverse stagioni. E’ “Bella dentro”, fa sognare una generazione di giovani. Poi Paolo ritorna nell’ombra. Continua, tuttora, a occuparsi di musica. Ma lo sanno solo gli addetti ai lavori.

Alan Sorrenti, anche le stelle qualche volta dimenticano presto i loro figli
In qualche modo, nella classe (sempre musicale, s’intende) della “botta e via” rientra anche Alan Sorrenti. Lui di cover ne ha avuta più di una, ma passare - dopo un meritorio “Le tue radici” (1974) - dalla rivoluzionaria “Figli delle stelle” alla filastrocca del “dammi il tuo amore, non chiedermi niente” (“L’unica donna per me”) costituisce una regressione praticamente uguale al ritorno al silenzio, poi comunque – dopo le due performance del 1977 e 1979 – arrivato presto. Alti e bassi anche nella vita, con una conversione al buddismo nel curriculum.

Che cos'è un “Teorema”? Anche gli studenti sanno bene la risposta: l'unica canzone di Marco Ferradini
Nel 1981, Marco Ferradini, musica e canta il testo di un’esteta come Herbert Pagani. Canzone di pregio e di impatto, forse con un titolo, “Teorema”, che da solo lascerebbe pensare piuttosto ad un assunto di Euclide o di Talete, invece che ad una analisi sul come dovrebbe o non dovrebbe comportarsi un uomo se vuol farsi apprezzare da una donna. Resta ancor oggi problematico capire come la classe sprigionata per quel prodotto non abbia trovato occasioni per emergere di nuovo.

Ma per i Cugini il quarto d'ora di celebrità...non finisce mai
A differenza di quasi tutti i colleghi con percorso analogo, e sicuramente meglio di ogni altro, i Cugini di Campagna prolungano a tempo indeterminato, e con straordinaria leggerezza, quell'iniziale “quarto d'ora” di celebrità. “Anima mia”, fra altri 40 anni, la canteranno i nostri nipoti. Con un falsetto che - grazie alla tecnologia – si potrà sempre più facilmente imitare. Senza strozzarsi ed evitando ogni stecca.