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Lucio Petrone: 'Mai una crisi così'

Petrone sostiene che il mare è vuoto, non ci sono barche e che questa stagione è fallita commercialmente. A allontanare l’utenza dalle barche ci sono le difficoltà economiche e l’atteggiamento rigido dell’Agenzia delle entrate. Le speranze si incentrano versoi prossimi saloni nautici, Cannes e Genova. Molti costruttori guardano verso i paesi emergenti, in particolare la Cina. Anche l’Ucina stringe rapporti con Brasile e Cina. L’importanza degli interventi dell’Ucina p

Lucio Petrone, che, provocatoriamente, ha intitolato il suo ultimo editoriale “E se non si andasse a Genova?”, spiega a Televideo che “il momento della nautica non è mai stato critico come in questi giorni, che, tradizionalmente, sono quelli più vivi del diporto nautico. A luglio e a agosto, nel clou dell’attività, chiunque guardi verso il largo delle nostre coste si renderà conto che le barche naviganti sono poche. Anzi, non poche, ma pochissime”.

“Ciò dipende dalle difficoltà economiche, innescate dalla crisi, anche con l’aumento di benzina e petrolio. Ma –prosegue Petrone-, ad allontanare l’utenza dalle barche è stato anche l’atteggiamento dell’Agenzia delle entrate, che ha messo nel suo mirino il possesso o, comunque, l’uso di un’unità da diporto. Cioè, non solo le grandi unità, ma anche le barchette. Secondo me, è stata un’iniziativa errata, perché si è affidato ai blitz aero-navali il controllo delle barche naviganti, invece di individuare i potenziali evasori attraverso controlli incrociati informatici della Sogei, il braccio elettronico dell’Agenzia delle entrate”. “A mio parere –continua Petrone- tali iniziative sono offensive per la stessa Guardia di Finanza, già in possesso di gran parte dei dati necessari all’individuazione degli armatori, perché da decenni raccoglie queste notizie presso costruttori, reti di vendite,. Case dei motori, assicurazioni ecc. ecc.”.

“Un momento difficile molto lungo”
Chiediamo a Petrone se, al momento, ci siano rimedi e, di conseguenza, quali. “Al momento di rimedi non ce ne sono, perché ormai questa stagione è fallita commercialmente e le speranze ora si incentrano nei prossimi saloni, il “Festival de la plaisance” di Cannes e il “Nautico” di Genova. Ma, nelle previsioni di molti, il momento difficile sarà più lungo, specialmente perché si dovrà aspettare che l’utenza assorba lo chock degli attuali controlli, assolutamente ingiustificati, in quanto, per mia conoscenza professionale, i diportisti italiani, proprio per i controlli cui sono stati sottoposti per decenni, escono in mare soltanto quando sono consapevoli di essere perfettamente in regola con tutte le normative vigenti. Anche con quelle fiscali, visto che da quando è stato introdotto il redditometro, alcuni anni fa, loro o i loro commercialisti acquistano o utilizzano la barca in corrispondenza della loro possibilità reddituale”.

“I cantieri guardano all’estero”
“La crisi è mondiale. Molti cantieri guardano ai mercati emergenti, specialmente al Brasile, alla Cina e all’India, cui, ultimamente, si sono aggiunti Russia e, poi, Sud Africa. Attualmente, stanno esportando verso di essi il loro know how, in maniera da eliminare i costi sulle lunghe distanze che li separano da questi mercati. Per oggi -tiene a sottolineare Petrone-, può essere una soluzione, ma per un domani potrebbe essere un danno”.

L’ucina e le normative
“Anche l’Ucina guarda verso l’estero e ha avviato una serie di iniziative, specialmente con i governi brasiliano e cinese, Paese, quest’ultimo, dove pensa di organizzare addirittura un salone nautico”.

Cosa manca a livello legislativo
“A livello legislativo va riconosciuto all’Ucina di esser riuscita a convincere il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, a inserire la nautica nel decreto sullo sviluppo e nella Finanziaria in via di approvazione”. (LdG)