Nella terra della Bibbia, tra passato, presente e futuro, dove si incontrano le tre religioni monoteiste, si respira pace d’altri tempi. “Sono le persone che contano”. A livello locale nella regione di Gilboa c’è un’isola felice guidata da Danny Atar, capo del Consiglio regionale che incontriamo assieme al suo vice Eid Salim, un arabo altrettanto soddisfatto e sorridente.
Il Consiglio regionale di Gilboa si trova nel nord d’Israele e comprende 33 insediamenti. La popolazione è composta dal 40% di arabi e 60% di ebrei. I residenti sono principalmente impiegati nell’Industria, agricoltura e commercio. Vuole essere un esempio e un modello di coesistenza ed eguaglianza tra ebrei e arabi. Lo scambio avviene tra Gilboa e il distretto di Jenin che comprende 260mila abitanti di 80 piccole comunità diverse. La Cooperazione riceve supporto economico anche dall’Unione europea e dagli Stati Uniti. Alcuni dei progetti di lavoro previsti per il futuro sono dei centri culturali e linguistici e un piano turistico e ambientale, oltre che l’apertura a investimenti esteri.
Ci troviamo a 15 minuti da Nazareth e a un’ora da Tel Aviv. Vediamo i territori palestinesi a occhio nudo, con il binocolo si riesce a vedere le case delle persone che ogni giorno oltrepassano la barriera divisoria per venire a lavorare a Gilboa.
Chissà se ai palestinesi faccia veramente piacere lavorare con gli israeliani. Non abbiamo potuto sentire l’altra campana. Non sappiamo se si sentano sfruttati, anche se indubbiamente guadagnano di più di uno stipendio medio nei loro territori. La mano d’opera costa sicuramente di meno agli israeliani che tra i connazionali non trovano nessuno che voglia fare lavori manuali.
E mentre i leader non riescono neanche a sedersi al tavolo delle trattative, gli abitanti vivono e lavorano insieme. “Dipende dai leader, sono le persone che contano”, dice Danny Atar, un simpatico uomo alto e robusto al quale preghiamo di non cambiare mai nel caso arrivasse alla guida dell’intero Paese. Lui ride. (McdM)
Nella foto in basso, Eid Salim (in primo piano) con Danny Atar