L'alta moda a Roma


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L'omaggio a Manet di Raffaella Curiel

Grande chiusura per la 'fashion week' della capitale. E ancora polemiche infuocate c

di Rita Piccolini

Sarà l’aria torrida di questi giorni, l’afa insopportabile e insolita per Roma, ma le polemiche si accendono in continuazione come i roghi estivi in questa estate infuocata. L’ultima dilaga nella giornata conclusiva della settimana dell’Alta moda. Motivo del contendere la possibile utilizzazione, dopo adeguato restauro, delle ex scuderie reali di Villa Ada per realizzare la “Casa della Moda”. L’idea era stata comunicata in piena kermesse dal sindaco Alemanno a Silvia Venturini Fendi, presidente di AltaRoma, che aveva gradito la proposta . E’ da anni che si parla di una sede appropriata per le iniziative legate all’alta moda, che è pur sempre un’eccellenza italiana. Ma ora scende in campo Legambiente che boccia il progetto:”Villa Ada è un bene comune. Non può essere sfilata ai romani”. E quindi? … Si vedrà! “A Parigi sfilano ovunque” è il laconico commento della Fendi a margine della sfilata della Curiel nel complesso di Santo Spirito in Sassia.

Intanto un omaggio alla bellezza lo rende la stessa Raffaella Curiel con la sua importante collezione per il prossimo autunno inverno. Si entra nella sala della sfilata, accompagnati dalle note delle “Quattro stagioni” di Vivaldi, e le polemiche per un po’ possono essere dimenticate. Accanto all’entrata in passerella sono stati collocati due piccoli finti platani le cui foglie hanno i colori caldi dell’autunno. E proprio di queste tonalità sono i tailleur che aprono la sfilata. Per il giorno domina il marrone, con accessori arancio, o rossi (cinture e guanti). Le giacche sono piccole, aderenti, dal taglio perfetto. Le spalle sono in evidenza, i reveres sono spesso maschili ma adornati di velluto, di piccoli ricami o di soutache, sbocciano i seni, le vite sono segnate e i fianchi certamente più rotondi. Le fodere delle giacche riprendono le fantasie delle camicette di chiffon, trasparenti, indossate a seno nudo. Il contrasto è di grande effetto. Affascinano di questa collezione i dettagli retrò abbinati alla figura di una donna moderna e attiva. Tailleur pantaloni con gonne sovrapposte, pantaloni plissé, gonne al ginocchio o longuette, indossate con calze decorate, a volte persino con cucitura dietro in rilievo e ai piedi stivaletti con le stringhe, molto “Bella epoque”. Grandi Cappelli, a volte ornati di piume, o “la veletta” che dona immediatamente un’aria misteriosa e intrigante.

Del resto la stilista con questa collezione rende “Omaggio a Manet e agli impressionisti”. Scrive la Curiel: “Nei mie silenzi vaganti di riflessioni e di sogni spazio fra le stelle dell’Orsa Maggiore, come similmente accennava Rimbaud in “Ma Bohème “nel 1870. Così ho immaginato quelle figure femminili, morbide e desiderabili di Manet…E pian piano, ripercorrendo quel magico periodo, ho rivissuto il romanticismo, la dolce eleganza, la coquetterie, la leggiadria di signore ritratte da Renoir a Tissot, Da Béraud fino ad arrivare a Boldini”.

Quindi per il giorno completi realizzati in lane jacquard, Principe di Galles, gessati ricamati o impreziositi da tagli sbiechi, tweed, cachemire, flanelle in tinta unita. Per la sera abiti che coronano le spalle sopra bustier a pieghe, a forma di fiore, ornati da tulle, o da pizzi che esaltano i decolté. Vestiti realizzati in velluto, chiffon, mousseline , broccatidipinti a mano, mikado ricamati per la sera e la gran sera. I colori? I verdi, i blu o gli arancio, ma anche i grigi e il nero. Di grande effetto un abito da sera in chiffon con i colori della coda del pavone, dal marrone , al turchese, al blu cobalto.

Una sfilata all’insegna della femminilità e della gentilezza. Alla fine la Curiel, molto applaudita, dona il piccolo bouquet della sposa alla presidente di AltaRoma e riceve in cambio uno splendido mazzo di rose bianche.

Una grande della moda italiana che cede il testimone al couturier italo -libanese Tony Ward, un habitué dell’alta moda romana. Lo stilista del lusso si ispira, per questa collezione di Haute Couture 2011/2012 alla filosofia Zen, con creazioni di abiti dalle linee asciutte più asciutte, corti o lunghi, che valorizzano la silhouette femminile. In contrasto con le linee pure e i tagli netti alcune gonne ricchissime di ruches, create per una donna internazionale e sofisticata, ma poco Zen, così come i colori, con l’oro e l’argento che dominano, con accenni di rosso, e naturalmente il bianco e il nero.

Balestra nel nome della rosa
A proposito di sfilate nelle grandi ville principesche, quella di Renato Balestra, che ha chiuso la settimana dell’ Alta moda a Roma, si è svolta a Villa Doria Pamphilj, all’aperto. Non è stata una cattiva idea. Intanto alle ore 21 non c’erano bambini a giocare nel parco, poi le automobili sono rimaste ovviamente fuori. Tutti sono entrati rigorosamente a piedi, anche se dondolando pericolosamente su tacchi a spillo lungo lo sterrato con le radici dei pini affioranti, e quindi a probabile rischio di caduta. A proposito di trampoli c’erano dei trampolieri veri e propri all’ingresso della villa, e anche mangiatori di fuoco. Effetto suggestivo. E poi che bello vedere la villa animarsi all’imbrunire!

Tutti gli ospiti sotto i maestosi pini marittimi, il repellente contro le punture di insetto al posto del profumo e via. Bellissime, vicino al palco della sfilata, alcune palme rigogliose sopravvissute per ora al micidiale punteruolo rosso. Dimensione fiabesca. All’ingresso molti giornalisti e invitati , alcuni dei quali chiamati dagli assistenti: baronessa, conte, principe…Ma esistono ancora i titoli nobiliari? Comunque uno spettacolo interessante. Collezione sontuosa questa di Balestra, caratterizzata da lusso e glamour hollywoodiano. Motivo dominante la rosa, utilizzata sui revers dei completi da giorno, presente per rallegrare gli abiti da cockails neri e impreziosire gli abiti da sera. Per il giorno giacche allungate 6/8 e mantelli in morbida lana. Particolari quelli neri che a sorpresa scoprono fodere interamente ricamate con applicazioni di fiori coloratissimi. Molti i completi pantalone per un effetto nell’insieme molto americano, accentuato da grandi cappelli di foggia maschile. Poi giacche morbidissime in marabù indossati su abiti da sera dai colori in contrasto: verde mela con blu elettrico, giallo limone con viola, oppure tono su tono. Abiti importanti, da jet set internazionale. Unico tocco d’ironia negli abiti bianchi e neri, corti e un po’ stile Pierrot.

Ogni tanto accanto alle mannequin anche due modelli, due soltanto. Belli, sicuramente, ma “spericolati” con i gilet luccicanti a righe bianche e nere sotto giacche da sera, o abiti da cerimonia con panciotti ornati di rose rosse ricamate .Li incontreremo nella vita reale? Gli abiti da sera delle signore sono sinuosi, sexy, avvolgenti, rutilanti di ricami e luminosi di lamé. La sposa è in color rosa cipria con ampia gonna arricchita da intarsi di marabù in tinta. Spettacolari due abiti da sera che chiudono la sfilata: uno interamente nero, indossato da una modella di colore, con gonna ampia e lunga decorata da un’immensa rosa rossa; l’altro sempre nero, indossato invece da una donna biondissima, affusolato fin sotto ai fianchi, a suggerire un effetto sirena, per poi esplodere nei mille petali rosati di una rosa lussureggiante.

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