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3 dicembre

Nasce il Torino Football Club, Christiaan Barnard effettua il primo trapianto di cuore, in India il più grave disastro industriale dell'era moderna, La prima donna ad attraversare l'Atlantico su una barca a remi

“Roma - l'attore Alighiero Noschese, nato il 25 novembre 1923 a Napoli, si è suicidato con un colpo di rivoltella alla tempia nel parco della clinica "Villa Stuart" in cui è ricoverato”.

Sono le 11 e 18 del 3 dicembre 1979: l’agenzia di stampa Ansa diffonde la notizia della morte, in una clinica privata della Capitale, del più grande imitatore nella storia della televisione italiana. Si conclude così, in un tragico finale di partita segnato dalla depressione, la vita di un uomo, attore comico e ‘parodista’, che Federico Fellini definì “ladro di anime” per la sua capacità di imitare alla perfezione i politici e i personaggi dello spettacolo. Si chiude così, l’avventura di un interprete camaleontico che per primo ha portato la satira politica in televisione, nei grandi varietà della Rai; la carriera di un uomo fragile la cui vita è segnata da ombre e misteri. Primo fra tutti, la sua appartenenza alla Massoneria e alla Loggia P2 di Licio Gelli.
 
Sono state 1156 le voci imitate da Alighiero Noschese. Nato a Napoli nel 1932, è destinato a fare l’avvocato, sceglie invece di fare l’attore. Inizia con la radio, poi nel 1963 trionfa in teatro con “Scanzonatissimo”, primo spettacolo di satira politica. E’ tale il successo, sono tali la forza e la popolarità di Noschese, che i politici dell’epoca capiscono l’importanza di essere imitati da lui che con la satira avvicina gli italiani ai Palazzi.

Passano 5 anni ed ecco, inevitabile, l’ingresso in televisione: è in prima serata con le trasmissioni “Speciale Noschese”, “Ciao ‘68” e “Doppia coppia” (1970), il programma che lo consacra definitivamente. Noschese amplia il suo repertorio ai personaggi della tv: da Mike Bongiorno (che imita avendo a fianco la vera Sabina Ciuffini, allora valletta del presentatore) a Corrado; dai conduttori del telegiornale, Mario Pastore, Maurizio Barendson, Tito Stagno e un irresistibile Ruggero Orlando, alle annunciatrici; dagli attori, Sophia Loren, Alberto Sordi, ai cantanti, Endrigo, Battisti, Dalla, Berti, Cinquetti, Ricchi e poveri. Inventa, in questo periodo, qualcosa che in seguito tutti gli imitatori hanno ripreso: sostituisce il testo originale delle canzoni, riscrivendone le parole in chiave comica. Sono gli anni delle due edizioni di “Canzonissima” (1970 e 1971), di “Formula due” (1973) e di “Ma che sera” (1978). Noschese torna a imitare i personaggi politici. In un’Italia in cui la televisione era talvolta costretta dai paletti della censura, porta sullo schermo i ritratti di Fanfani, Cossiga, Pannella, Berlinguer, Andreotti, cogliendo aspetti inediti sconosciuti agli stessi protagonisti senza mai dare luogo a interventi censori.

Ipocondriaco, non si separa mai dalle medicine. Superstizioso, ha con sé, sempre, corni rossi, sale, chiodi arrugginiti, reliquie. E’ profondamente innamorato della moglie, conosciuta al teatro Sistina e dalla quale ha due figli, Chiara e Antonello. E’ la fine del matrimonio (1974) che segna la parabola discendente della vita di Noschese. Da quel momento, vive in profonda solitudine. L’uomo al di là del personaggio televisivo diventa il nodo della sua stessa esistenza, incapace di vivere la vita. Nel 1974 si conclude, in modo brusco e misterioso, anche il suo rapporto con la Rai. E, nello stesso anno, lascia la Massoneria.

Il rapporto di Noschese con la Massoneria è uno dei capitoli più oscuri e delicati della sua vita. Tra le due famiglie della massoneria italiana, quella di Palazzo Giustiniani e quella di Piazza del Gesù, nell’aprile 1967, a 35 anni, dichiara fede alla seconda. La sua richiesta di affiliazione indica tre caratteristiche: è figlio di massone, è cattolico ed è social democratico. E, nel giro di sei anni, Noschese raggiunge uno dei gradi più alti dell’ordine massonico. Ma dopo quasi 7 anni di obbedienza a Piazza del Gesù, Noschese si congeda, con una lettera, “per motivi strettamente personali”. Due giorni dopo chiede di essere iniziato alla massoneria di Palazzo Giustiniani, nella quale viene accolto con il grado fondamentale di Maestro massonico. In quegli anni, figura di spicco della famiglia è Licio Gelli, ispiratore della Loggia P2. Gelli lo chiama a far parte della Loggia. Le ragioni che spingono Noschese ad affiliarsi ai due ordini massonici restano un mistero.

Quattro anni dopo questi fatti e la lontananza dalla televisione, Noschese ha una nuova grande occasione. E' il 1978 e la Rai gli offre il sabato sera insieme a Paolo Panelli, Raffaella Carrà, Bice Valori nella trasmissione “Ma che sera”, in onda nella primavera del 1978. Ma il clima è cambiato, soprattutto perché quelli sono i giorni drammatici del rapimento di Aldo Moro. I siparietti di satira politica di Noschese, che prevedono anche l’imitazione di Moro, vengono tagliati e quella che doveva essere la sua grande occasione di rilancio, si trasforma in un fallimento. Ricomincia un periodo oscuro e difficile che vede aumentare in lui anche la psicosi delle malattie e farsi strada una profonda depressione. Il 12 novembre del 1979, si ricovera a Villa Stuart, dove si uccide 22 giorni dopo. Una passeggiata nel parco della clinica per raggiungere la cappella e si spara un colpo alla testa.

Una morte segnata da inquietanti interrogativi. Viene aperta un’inchiesta al centro della quale c’è una domanda: come può un uomo che soffre di depressione grave essere in possesso di una pistola? I giornali, per giorni, avanzano mille congetture. A nessuna di queste è stata mai data risposta.  Sul Corriere della Sera, Enzo Biagi scrive: “Di fronte al mistero di un uomo che si toglie la vita, bisognerebbe tacere. Ma questo mestiere ha le sue pretese, non consente il silenzio”.

>>Guarda il video (da Rai Teche)



Il 3 dicembre nella storia


1906. Nasce il Torino Football Club

1967. Sudafrica: Christiaan Barnard effettua il primo trapianto di cuore

1984. Bhopal, India: il più grave disastro industriale dell'era moderna

1999. La prima donna ad attraversare l'Atlantico su una barca a remi

 

 

Pagina realizzata in collaborazione con Rai Teche.