di Rita PiccoliniLa kermesse romana entra nel vivo. Appuntamenti con la moda internazionale, le nuove proposte dei giovani, le prove degli allievi delle scuole specializzate. Dopo la bella sfilata di Sarli nella michelangiolesca piazza del Campidoglio, anche le polemiche dei giorni scorsi sembrano più lontane, e poi c’è la inattesa proposta del sindaco Alemanno di adibire una grande area all’interno di villa Ada alla tanto agognata Casa della Moda.
Se ne parla da anni, ci sono state anche polemiche per questo con Valentino, che non avendo avuto risposte per lui soddisfacenti ha preferito il dorato esilio parigino. La Venturini Fendi, presidente di AltaRoma, si dice entusiasta della proposta e intanto, per rilanciare la tradizione del grande artigianato che ha reso unica la moda italiana nel mondo, presenta il libro “La donna su misura Roma”, una guida dedicata al “su misura femminile”, per acquistare prodotti unici, fatti a mano, prestigiosi e di qualità.
Negozi di lusso, atelier di alta moda o di designer contemporanei, ma soprattutto le poche vere botteghe artigiane che realizzano prodotti di qualità altissima, capi unici, pensati uno ad uno, che negli anni tramandano un patrimonio altissimo di cultura, di creatività, di manualità. A volte sono botteghe che esistono da moltissimo tempo e meriterebbero da sole un’intera pubblicazione. “Vestirsi su misura o personalizzare i propri accessori riporta a un sapore antico, significa riscoprire il gusto della scelta e dell’espressione personale” scrivono gli autori nell’introduzione, e soprattutto la soddisfazione di un dialogo con chi il prodotto lo crea, mettendo a disposizione dell’identità del cliente la propria esperienza e la propria creatività.
“Il consiglio da noi era d’obbligo - scrive a sua volta Micol Fontana nella prefazione - era questo che le nostre clienti più amavano e apprezzavano. Davanti allo specchio si mettevano a nudo e si raccontavano .L’alta moda era un vero discorso psicologico…”. Che contrasto con chi oggi acquista capi di abbigliamento su internet! Per questo l’idea di una guida di 220 luoghi della capitale in cui farsi realizzare abiti e accessori su misura è una buona idea. Il libro è stato scritto da Andrea Spezzigu e Pascal Gautrand ed è la continuazione di ”Made in Town vol.1”, “Una guida su misura –Roma” pubblicato lo scorso anno e dedicato all’universo maschile. Il secondo volume, edito da palombi Editori, con la prefazione di Micol Fontana, sarà in libreria dal prossimo 5 ottobre. Ma torniamo alle sfilate. Protagonisti della moda internazionale a Roma. Jamal Taslaq, il preferito di Rania di Giordania, presenta la collezione nella sede romana dell’ambasciata palestinese.
Lo stilista ha un atelier nella capitale dal 1999 ma non dimentica certo i problemi della sua nazione. Ecco allora sfilare abiti da sera i cui colori, nell’insieme, ricordano quelli della bandiera della pace. Ma altre ai toni pastello anche il gioco dei contrasti, con tanto bianco e nero, lucido e opaco. Gli abiti sono molto femminili, le scollature generose, i tailleur hanno il punto vita molto attillato. “Vitine da vespa” e grandi scollature anche per il libanese Jack Glisso, per la seconda volta ad AltaRoma.L’Omaggio a Roma di Rami al Ali
Roma Città Eterna, ha questo in mente lo stilista siriano nel proporre la sua nuova collezione. Sullo sfondo della passerella il colonnato del Bernini. Anche la colonna sonora della sfilata è dedicata alla capitale, più che mai nel gran finale accompagnato dalle note dell’ever green “Arrivederci Roma”. L’intera collezione è un omaggio alla città che affonda le sue radici nella storia più remota.
Le modelle, quasi tutte bionde e diafane, sembrano nife della mitologia. I capelli fissati morbidamente alla nuca con boccoli luminosi lungo il collo. Così li portavano le nobili dell’antica Roma, così li vediamo dipinti negli affreschi di Pompei. Poi i colori, luminosissimi, da quelli chiari che ricordano le sfumature del cielo sulla città all’alba, a quelli caldi, sfarzosi, intensi, barocchi del tramonto, che fanno pensare piuttosto alla dimensione descritta da Gabriele D’Annunzio nel “Piacere”.
Nel rosso c’è l’oro, così come nell’arancio. Poi il nero screziato d’oro o d’argento, il viola, il marrone opulento. Tutto brilla, tutto è prezioso, anche l’abito da sposa bianco e tempestato di ricami, arricchito da un’enorme fiocco a coccarda sul di dietro e dotato di un lungo strascico. Non manca nulla. Del resto l’ispirazione è la Roma barocca…un capolavoro dal tramonto all’alba. I tessuti sono luminosi, anche la lana sottile, grigio chiaro o verde salvia è arricchita dalle pagliuzza d’oro. I tessuti sono scintillanti e lussuosi, come il crepe di seta, il tulle, lo chiffon il broccato e il pizzo. Abiti intriganti come le dee dell’antichità, disegnati per rendere omaggio a Roma, pensando alle principesse saudite o degli Emirati arabi.