L'alta moda a Roma


Stampa

Geometrie bicolore al Campidoglio

L’omaggio della città alla tradizione sartoriale di Sarli sarli_296

di Rita Piccolini

La cornice per la sfilata della collezione Sarli è meravigliosa. La piazza del Campidoglio diventa un grande salotto per una delle più attese sfilate dell’alta moda romana. E’ anche un modo questo per rendere omaggio al grande stilista scomparso poco più che ottantenne lo scorso inverno.

Neanche la scenografia più spettacolare avrebbe potuto eguagliare tanta magnificenza. Roma al tramonto e sulla piazza del Campidoglio. Cosa chiedere di più! In attesa che si faccia notte c’è tempo per guardarsi intorno, nel momento magico del crepuscolo, quando tutto appare più chiaro. Sulla piazza si è radunata la cosiddetta Roma “che conta”: politici, manager, attori, cantanti, gente del mondo dello spettacolo. Intorno, tenuti a distanza dalle transenne, turisti stupiti e romani curiosi.

In generale le signore sono molto eleganti, le scollature generose, i tacchi vertiginosi, i profumi discreti ma avvolgenti. Stona qualche mise per così dire discutibile, colori di capelli improbabili, abbronzature eccessive, facce troppo “rifatte”, ma in generale è il “bon ton” a dominare. Qualcuna sfoggia l’abito da sera, di quelli che durante le sfilate fanno sognare, ma che poi nella realtà perdono un po’ del loro fascino e sembrano persino un po’ eccessivi. Gli uomini hanno l’aria di quelli che accompagnano, e appaiono tutti in secondo piano, tranne il sindaco Alemanno, che è l’ospite generoso. Quando compare insieme alla presidente di AltaRoma, Silvia Venturini Fendi, è il segno che lo spettacolo sta per iniziare. L’aria si è incupita, si è alzato persino un po’ di ponentino a far dimenticare l’afa della giornata appena trascorsa.

Si accendono i riflettori, parte la musica e il sogno comincia. Come dal nulla compare la prima modella con mantella bianca su tubino nero. La collezione presentata da Carlo Alberto Terranova e Rocco Palermo si avvale di motivi geometrici, quali scacchi, onde, losanghe e spirali e a dominare sono il “black’n white”. Tailleur e mini abiti si alternano. Il bianco e il nero creano giochi ottici e l’accostamento cromatico, un classico dell’eleganza, crea un contrasto di sicuro effetto. C’è una sezione della sfilata interamente dedicata a questo connubio. E’ il trionfo dell’Op-Art. Una volta è il bianco a prevalere, una volta il nero. Le linee sono rigorose, le gonne strette e al ginocchio sono molto chic. Le modelle, con i capelli raccolti, hanno un’aria quasi austera, sono esili e pallide, sembrano bambole di porcellana.

Poi all’improvviso un tocco di azzurro elettrico sul nero. La gonna si allunga, la silhouette è sempre più filiforme. Il defilè si colora. Arrivano il magenta, il viola, il cipria, il tutto bianco, poi di nuovo il bianco e nero per gli abiti da sera che sembrano sculture. Grandi pois neri sul fondo bianco di un abito a corolla e così via, in un crescendo di virtuosismi e grande abilità sartoriale. E infine, come da copione, la sposa. Una visione abbagliante, in perfetta sintonia con l’atmosfera. L’abito stretto in vita e scollato è ampio, candido e semplice, senza orpelli, né veli, né ricami, eppure sontuoso. E’ una sposa romantica questa proposta da Sarli, delicata, incarna l’idea di un amore perfetto, quello che non esiste. Le donne applaudono generosamente, come si può far del male a tanta bellezza!

Siamo al gran finale, la statua equestre del Marco Aurelio con la mano protesa sembra dare la sua approvazione, le mannequin sfilano tutte insieme, la tensione sembra allentarsi e finalmente anche loro sorridono.

> LE IMMAGINI DELLA SFILATA