di Rita Piccolini
Tensione, movimento, la moda è arte, nelle linee di un abito il dinamismo e lo studio di opere architettoniche. Si ispira all’arte di Tony Cragg, all’universo dei graffiti in 3D di Peeta, alle foto e agli ideogrammi di Roland Hicks, la collezione autunno – inverno 2011-2012 firmata da Guillermo Mariotto per la maison Gattinoni, che sfila alla Pelanda, museo Macro Testaccio. E non è un caso che le creazioni dello stilista vengano presentate proprio in uno spazio -culturale dal segno contemporaneo. “E’ ora di parlare di moda. Basta con le polemiche. A Parigi si occupano di tendenze, di altezza dei tacchi, di colore dei capelli… qui invece polemiche che neanche in Congo, con tutto il rispetto per questo Paese…”. E’ un fiume in piena Stefano Dominella, presidente di Gattinoni in conferenza stampa. Ma i giornalisti insistono sulle polemiche che hanno portato alle dimissioni del vicepresidente della Regione Lazio, Di Castro, in contrasto con la Polverini per la sforbiciata di 700 mila euro ai danni di AltaRoma deciso alla vigila delle sfilate di alta moda. Ma allora Roma vuole abbandonare le manifestazioni di moda? La domanda nasce spontanea. “No- risponde Dominella polemico con la governatrice – è che l’ultima arrivata vuole essere la regina del cacao. Vuole l’egemonia sul Comune e sulla Camera di commercio. Dobbiamo pensare di trasferirci a Milano, magari nell’ultimo giorno della Moda Uomo?”. E’ una provocazione quella del presidente di Gattinoni, che infatti ricorda quanto sia importante la moda per l’intera regione. Il Lazio ha un indotto di 26 mila aziende che fanno moda, nove scuole di formazione (Frida Giannini e Antonio Marras sono usciti da questi centri), un distretto manifatturiero, quello di Sora, in provincia di Frosinone che è il più importante dell’Italia centrale, con 700 aziende che producono pret à porter di qualità. “Bisogna ripensare il calendario di AltaRoma, arricchirlo- conclude Dominella- ma rimandiamo le polemiche al dopo sfilate e aspettiamo il tavolo tecnico proposto dal sindaco Alemanno per l’11 luglio”.
E allora finalmente via con gli abiti, anzi con l’abito “principe”, quello scultura realizzato da Mariotto e dallo scultore Federico Paris, che dopo la sfilata verrà donato alla Fondazione Valori Italia per essere destinato all’esposizione permanente del Made in Italy e del Design italiano nel Palazzo della Civiltà all’Eur. Le curve e le rotondità in primo piano e un gioco di volumi che raccordano cinque “ciakra” luminosi inglobati nel vetro, i simboli cioè dell’eccellenza italiana: la moda, l’arte, la ricerca,i motori, il cibo e il vino. Ma gli abiti dell’intera collezione giocano sui volumi, le curve, le linee. “Una dedica all’arte e agli artisti - spiega Mariotto - perché è proprio nei momenti di crisi che ci si rivolge allo spirito, alla religione, alla bellezza”. Lo stilista gioca con le forme, con i colori, con i tessuti, assembla le idee e le scolpisce sul corpo delle mannequin. Tutto è permesso, non c’è un colore che domina, anche se colpiscono i tessuti lamé sfumati nell’oro, nell’argento, nel platino, nel rosa antico o nel verde pistacchio. Non si gioca a sviluppare all’infinito una stessa nuance, perché il percorso è in progress, sempre nuovo, sempre diverso.”Ricominciamo a collezionarlo arte contemporanea -esorta il direttore creativo della maison- in fondo il nostro lavoro si avvicina moltissimo a quello di uno scultore o di un architetto.Rodin, Fuksas, Bel Swildens, ZahaHadid. Dai tubi di ferro al bustier…”.
Lo sguardo corre sugli abiti, pezzi unici, in cui dominano luce e trasparenze, ricami a filo su tessuti leggerissimi. Camicie in voile, gonne di chiffon, e poi cristalli, pietre preziose, metallo, pelle “laserata”. Per le mise da gran sera lo stilista si ispira alle forme elicoidali e gioca con i volumi all’interno delle immense pieghe utilizzando i classici bianco e nero. E tutto questo giocare con la circolarità delle linee si addice alle giovani donne taglia 40, ma anche alle sofisticate “young lady curvy” che si incontrano sulle passerelle di Gattinoni per celebrare la bellezza senza taglia. Ci sono mannequin magre, su cui vengono costruiti i modelli che poi si adatteranno con facilità alla maggioranza delle ragazze che sfileranno (si parla di fianchi di 87 centimetri circa), ma anche magnifiche donne slanciate i cui fianchi misurano circa 108 centimetri di carnalità e passione, interpretati da Tanya Gervasi, la top model curvy che chiude la sfilata. Curve soffici e pericolose, esplosione voluttuosa di un fascino femminile che non è mai tramontato nella realtà e da riscoprire nel mondo della moda perchè “l’arte dell’ Alta Moda, disegnata e creata ad hoc sul corpo femminile è la miglior dieta”. Una considerazione a parte meritano i gioielli indossati nella sfilata di Gattinoni .La linea di preziosi è stata realizzata da Gianni de Benedittis del brand “futuroRemoto”. I gioielli si ispirano a oggetti dell’uso quotidiano: c’è l’anello d’oro a forma di bicchierino (ricordate quelli da pic-nic a anelli che si chiudono uno dentro l’altro?). sulla cui sommità è incastonato un porta- pillole. E’ il “Golden Glass Ring”. Poi sorprendentemente, in omaggio a Duchamp, l’anello “Orinatoio” e l’anello-bracciale “Water”, tutto rigorosamente in oro e diamanti, con una forte componente ironica nel tentativo di conciliare l’idea di una paradossale ottimizzazione del riciclo con una nuova significazione di simboli scatologici.
> LE IMMAGINI DELLA SFILATA (FOTO)