Made in Italy


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All'estero si vende più cibo che auto

Coldiretti, vino ubriaca la Francia (+26%), la pasta conquista la Cina (+43%) frutta_verdura_296

All'estero nel 2011 si stanno vendendo più cibo e vini che auto e moto Made in Italy, a conferma del primato conquistato dall'agroalimentare nazionale che nel primo trimestre balza dell'11%. Lo rileva Sergio Marini, presidente nazionale della Coldiretti, nel corso dell'assemblea annuale alla presenza di quindicimila coltivatori di tutte le regioni italiane.

Nel primo trimestre dell'anno - sottolinea Coldiretti - le esportazioni di cibo e bevande sono state pari a 7,1 miliardi di euro, mentre quelle di automobili, motocicli, trattori e altri veicoli si sono fermate a 6,6 miliardi di euro. Un risultato non occasionale - precisa Coldiretti - che parte da lontano poiché negli ultimi cinque anni il valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy e' aumentato del 23% a fronte di una riduzione dell'11% di quello dei veicoli. Il ''Made in Italy alimentare - ha affermato Marini - e' una leva competitiva in Italia e nel mondo che offre un contributo insostituibile all'economia, all'occupazione e alla sicurezza alimentare dei cittadini''.

Si tratta - sostiene Coldiretti - di un successo che ha peraltro aspetti sorprendenti, come l'invasione dei formaggi italiani sulle tavole dei francesi, con un aumento del 21% delle esportazioni (da 57 a 69 milioni di euro). E nei bicchieri transalpini cresce anche il vino (+26%, per un totale di 24 milioni di euro), con lo spumante che, addirittura, va quasi a raddoppiare gli ordini (+78%, pur se all'interno di un mercato ancora di nicchia).

Il made in Italy a tavola contagia anche la Gran Bretagna, terra dei pub, con la birra italiana che va a sfiorare i 10 milioni di euro, grazie a un balzo in avanti del 27%. Ma aumentano anche le esportazioni di grappa in Russia (+76%) e di pasta in Cina (+43%).

Il prodotto più esportato è diventato - sottolinea Coldiretti - l'ortofrutta fresca che raggiunge 1,1 miliardi di euro (+5%) e sorpassa il vino, diventando la principale voce positiva della bilancia agroalimentare.