Nasce a Palermo nel 1964 nel quartiere popolare CEP. La sua è una famiglia di umili origini e il suo percorso scolastico è irregolare. Nel 1981 disputa un buon campionato tra i dilettanti e l'anno seguente viene notato e ingaggiato dal Messina, col quale disputa sette campionati tra serie B e C.
Scoperto da Zdenek Zeman, Salvatore Schillaci, detto Totò, diventa caponniere della serie cadetta ed entra nelle mire della Juventus che lo ingaggia nel 1989. Il suo primo campionato in massima serie è ottimo: conquista il posto da titolare e realizza 15 gol in 30 partite, vincendo la Coppa Italia e la Coppa UEFA. L'11 novembre 1990 al termine di Bologna-Juve minaccia Fabio Poli (che durante la partita lo aveva provocato) e finisce al centro di aspre polemiche: al momento di uscire dal campodice a Poli: "Ti faccio sparare".
Malgrado non abbia esperienza internazionale, viene convocato dal commissario tecnico della Nazionale Azeglio Vicini per i mondiali di Italia ’90. Schillaci è inizialmente costretto a sedere in panchina come riserva di Andrea Carnevale, ma nell'incontro di apertura contro l'Austria segna di testa il goal decisivo che permette agli azzurri di vincere la partita. Gli occhi spiritati e la mimica del giocatore siciliano ne fanno il protagonista delle "notti magiche" dei tifosi italiani che, soprattutto dopo le reti decisive alle nazionali di Austria, Cecoslovacchia, Uruguay e Irlanda, sperano che Schillaci porti la squadra alla conquista del titolo. In semifinale contro l'Argentina, gli azzurri, nonostante il vantaggio iniziale maturato proprio grazie a Schillaci, vengono battuti ai rigori e sono costretti ad accontentarsi della finalina per il terzo e quarto posto nella quale battono gli inglesi 2-1. Schillaci, oltre a laurearsi capocannoniere del torneo con sei reti segnate, viene eletto migliore calciatore della manifestazione, con l'Italia piazzata terza.
Nella stagione 1991-92 commette uno sconcertante numero di errori sotto porta e a fine campionato la società bianconera lo mette sul mercato. Passa quindi all'Inter, con la quale ha disputato due campionati giocando 30 partite e segnando 11 reti.
Nel 1994, decide di trasferirsi in Giappone per giocare con il Jubilo Iwata, di cui è per tre anni la stella indiscussa. Primo calciatore italiano a militare nel torneo nipponico, si ritira nel 1999 dopo un lungo infortunio che lo aveva tenuto lontano dai campi per due anni.
Dopo il ritiro dal calcio giocato, apre una scuola calcio per ragazzi ed entra in politica nelle file di Forza Italia, con la quale nel 1998 è eletto consigliere comunale a Palermo nella giunta presieduta da Leoluca Orlando. Passa poi con i Democratici di Sinistra e nelle amministrative del 2007 si presenta come candidato sindaco nel comune di Corleone. Attualmente è consigliere comunale della cittadina.
Con due divorzi alle spalle e tre figli, nel 2004 torna alla ribalta grazie alla partecipazione all’Isola dei famosi. Nel 2008, grazie a Quelli che il calcio viene tesserato dalla Leonessa Altamura, squadra simpatia dell'Eccellenza Pugliese (ha perso tutte le partite del campionato) con la quale disputa l'ultima partita del torneo.
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