di Luigi del Giudice
L’Aneis, l’associazione nazionale esperti infortunistica stradale, subito dopo l’Isvap, riunisce l’assemblea per discutere le disfunzioni del sistema assicurativo. In particolare, si preoccupa della tutela del danneggiato. Forse, troppo abbandonato alle scorrettezze e, a volte, agli abusi dei modi di fare imperativi delle assicurazioni. L’Aneis evidenzia, poi, l’inutilità di tante leggi che non riescono a contrastare i continui aumenti delle polizze. Il suo presidente, Luigi Cipriano, è molto diretto e va subito al nodo. “Si discute molto di riforme e di truffe assicurative –dice Cipriano- ma chi si cura del danneggiato? E’ arrivato il momento di tutelare i diritti del danneggiato, vittima di sinistri della strada, contrastando in maniera decisa il cartello delle compagnie assicurative e il potere che esse esprimono nel campo della RCA e delle norme collegate”.
L’Aneis, che da oltre venti anni tutela i danneggiati, presenta una ricerca sui giudizi che gli assicurati con la RC Auto hanno sulla propria compagnia di assicurazione. “Sono dati davvero indicativi –dice Cipriano. L’88% ha scarsa o poca fiducia nella propria assicurazione. Questo,conferma che si tratta di un settore che va profondamente riformato per cercare di ridare fiducia ai propri clienti”. Cipriano, in sintesi, si sofferma su due punti: gli aumenti costanti e i comportamenti scorretti delle assicurazioni. O, meglio, di una gran parte dei suoi dirigenti.
La storia degli aumenti
Quanto agli aumenti, Cipriano rifà la storia per dimostrare che non c’è giustificazione: “Si inizia nel 2000 con il decreto D’Alema, decreto che non sarà convertito in legge, ma che, comunque, qualche effetto lo ha avuto. Con questo decreto, in sostanza si abbassa il costo del punto percentuale delle lesioni da circa 3 milioni a 800 mila lire. Nel 2001, nuova legge che alza il tiro e porta il punto a 1 milione e 200 mila lire, ma sempre lontani dai 3 milioni precedenti. Tutto questo per favorire i bilanci dissestati delle compagnie e far diminuire i costi delle polizze. Ma, queste ultime, non sono diminuite negli ultimi dieci anni. Dal 2000 al 2010 sono aumentate del 140%.”.
Cipriano continua:”La normativa del 2001 inserisce nuove tabelle di medicina legale sempre allo stesso scopo, far migliorare i bilanci delle compagnie e far diminuire il costo delle polizze. Stabiliscono una tabella per valutare i postumi da lesioni da 1 a 9 punti. Così facendo hanno ridotto le precedenti valutazioni che erano più alte”.
Le sentenze disattese della Cassazione
Poi, il presidente Cipriano tiene a precisare che “nel novembre 2008, esattamente il giorno 11, interviene la Cassazione, a sezioni unite, con 4 sentenze, definite di San Martino dalla data, in cui si definiscono due tipi di danno: quello patrimoniale e quello non patrimoniale. Quest’ultimo, però, deve comprendere anche il danno biologico, quello morale, l’esistenziale e la vita di relazione. Ma le sentenze della Cassazione vengono interpretate dalle assicurazioni a modo loro e, così, disattese. Le assicurazioni, infatti, escludono il danno morale e, allo stesso tempo, riescono a influenzare anche alcuni giudici di pace”. Fatto sta, che due mesi dopo, la Cassazione interviene nuovamente con una sentenza che vuole precisare le 4 precedenti. “Il giudice, dice la sentenza, deve arrivare a valutare l’integrale danno, comprendendo in quello non patrimoniale anche il cosiddetto pregiudizio morale, esistenziale e relazionale. Ma, nonostante la riduzione indebitamente operata dalle compagnie, i premi non diminuiscono. Le compagnie parlano di patente a punti, di limiti di velocità, di eccesso nel bere e di incidenti in aumento sempre al fine di poter aumentare le polizze. Ma non è così: gli incidenti sono diminuiti del 17%, rapportati in percentuale con l’aumento dei veicoli circolanti. E, quindi, non si giustificano gli aumenti”.
Il ruolo dei patrocinatori
Ma tutto questo non è stato ancora sufficiente per le assicurazioni, sempre più incontentabili. “Oggi –prosegue Cipriano- cercano di eliminare alcuni soggetti, non gli avvocati, ma quelli come l’Aneis, patrocinatori stragiudiziali. Noi cerchiamo il dialogo per tutelare i danneggiati e evitare, ove possibile, il giudizio. L’Aneis, infatti, solo quando l’assicurazione preclude ogni forma di dialogo, va in giudizio”.
L’Aneis è un’associazione di esperti di infortunistica stradale cui aderiscono mille delle diecimila agenzie che tutelano il danneggiato, senza fargli pagare nulla se non si ottiene nulla. Se c’è un risultato il compenso è compreso in una percentuale che varia dal 10 al 15, secondo le regioni, ma è un importo che viene pagato dalle assicurazioni stesse. Cipriano conclude, ricordando che “l’assicurazione, come prevede la legge, deve proporre una congrua e motivata offerta nel termine di 90 giorni dalla data della richiesta. In realtà, la congrua offerta che la compagnia fa al danneggiato, molto spesso viene raddoppiata con l’intervento del patrocinatore”. Perché, se è lecito domandarselo. Ognuno può trarre le conclusioni che desidera da questa dichiarazione.