di Dario Moricone
Di fronte alla massa invadente e strabordante di cellulari, smartphone, tablet e mille altre diavolerie che hanno modificato il modo di conversare e “parlare”, le cabine telefoniche sono un simbolo di un’epoca ormai passata che ci ricorda come nell’era del digitale le cose passino di moda e di utilità a velocità mai prima sperimentate. Di fatto gli oltre 130.000 punti telefonici pubblici, ancora operativi in Italia, giacciono per lo più inutilizzati, relitti inconsapevoli di un modo di comunicare che non esiste più. Per questo motivo l’Agcom ha dato mandato alla Telecom, con delibera pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, di provvedere alla rimozione dei telefoni in eccesso con l’eccezione di quelli negli ospedali, nelle caserme e nelle scuole.
L’Autorità garante delle comunicazioni, tuttavia, ha offerto alle cabine destinate allo smantellamento una possibilità. Su grandi cartelli rossi, apparsi per esempio in questi giorni a Roma, l’Agcom ha indicato la data di “esecuzione” della cabina, ma anche un’email (cabina telefonica@agcom.it) alla quale chiedere la grazia per il telefono in questione. L’utente che reputasse ancora indispensabile quel punto telefonico, può scrivere all’Agcom indicando i propri dati, un recapito e le motivazioni della richiesta.
Sarà interessante vedere la risposta che la gente darà a questa iniziativa. Probabilmente si confronteranno due mondi completamente diversi, da un lato i “nativi digitali” che non hanno mai utilizzato un telefono pubblico in vita loro e che sono connessi 24 ore su 24 con i moderni mezzi che la tecnologia mette a disposizione, parlando in ogni luogo e in qualsiasi momento. Dall’altro i nostalgici del gettone, di un modo antico di parlare, delle file che si formavano nei luoghi di vacanza quando i telefoni a disposizione erano solo un paio per un paese intero e l’unico telefono era quello di casa o dell’ufficio.
In Italia la prima cabina telefonica pubblica fu installata il 10 febbraio del 1952 in piazza San Babila a Milano, per iniziativa della concessionaria Stipel. Nel corso degli anni hanno cambiato forma, colore e struttura adattandosi ai tempi che cambiavano, dai telefoni con combinatore a disco, ai primi telefoni a tastiera, poi all'apparecchio Rotor in funzione dal 1987, per poi passare nel 1998 al "Tuo", il modello di colore rosso con cornetta nera che accettava solo schede telefoniche ed infine il modello di design Digito, in funzione dal 2000, tuttora presente nelle poche cabine rimaste in servizio.