di Maurizio Iorio
“…tipo classico d’inglese: biondo, con la barbetta a pizzo, sempre distinto e corretto. Portava con sé la macchina fotografica, una retina da signora dentro cui teneva le carte topografiche, il vitto della giornata, il cannocchiale, il metro, una bottiglietta di whisky… Estate e inverno portava anche un ombrellone di quelli verdi da contadino, legato a tracolla con lo spago, e molto spesso gli occhiali neri: sembrava il brigante Gasperone”. Questo il ritratto che di Thomas Ashby, famoso archeologo inglese dell’inizio del secolo scorso, ha fatto da Giuseppe Lugli, uno dei suoi discepoli e fra i padri fondatori della moderna topografia archeologica.
Ashby a Roma
Ashby fu il primo studente ammesso alla British School di Roma, nel 1901, della quale fu anche il direttore dal 1906 al 1925. La passione per l’archeologia e per i monumenti antichi italiani lo spinsero a trasferirsi a Roma, dove visse per molti anni. Le sue ricerche spaziarono dall’archeologia alla topografia, dall’architettura alla storia dell’arte.In mostra i viaggi in Abruzzo
Una mostra fotografica di scatti inediti ripercorre i frequenti viaggi che Ashby fece in terra d’Abruzzo. Lo studioso inglese, oltre che archeologo e topografo, era un valente fotografo. Comprese da subito l’importanza della valore documentario della fotografia, che utilizzò a supporto dei suoi studi. Ne scattò circa 9000, fra il 1890 ed il 1925, sistemate in 18 album, conservati nell’archivio fotografico della British School di Roma, dove ne è esposta una piccola anteprima. Ashby fu un assiduo frequentatore degli scavi del Foro Romano e della campagna romana, ma le sue testimonianze fotografiche raccontano di viaggi in Giappone, Africa, Australia, America. Fra il 1901 ed il 26 compì parecchie escursioni in Abruzzo, del quale documentò soprattutto l’elemento etnografico.
Immagini di una regione dimenticata per secoli
Molte le immagini di persone, fiere paesane, celebrazioni religiose, di paesi e luoghi all’epoca ancora intatti, a causa dell’isolamento secolare ‘in cui era stata lasciata la regione. Sono 80 le immagini inedite che riguardano l’Abruzzo, molte delle quali ritraggono i luoghi colpiti dal sisma del 2009. L’Aquila, Chieti, Pratola Peligna, Cocullo, Sulmona, Tagliacozzo, sono solo alcuni dei luoghi che testimoniano lo stile del viaggiatore e dello studioso, che rimane a tutt’oggi un punto di riferimento per gli studiosi della materia. Le foto esposte nella mostra, che fa parte di un lungo lavoro di riqualificazione di un patrimonio mai pubblicato, sono state riprodotte da negativi originali con la tecnica a carbone. Prima tappa dell’esposizione l’Aquila, al chiostro del convento di San Domenico, dall’11 giugno all’8 luglio. Poi, a seguire, sarà la volta di Pescara, Sulmona, Chieti, Teramo ed infine, l’anno prossimo, Milano.