di Rita Piccolini
Proliferano negli ultimi anni le scuole di Moda. Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Sono quasi tutti corsi triennali dopo il diploma di scuola superiore, ma ci sono anche quelli a cui si può accedere subito dopo la licenza di scuola secondaria di primo grado. Si può studiare per diventare stilisti, designer, cool hanter, manager nel campo delle creazioni di alta moda, o anche cucitori, ricamatori, sarti nel senso vero del termine. Ma come orientarsi? Lo abbiamo chiesto ad alcuni esperti di AltaRoma, la società che si occupa di promuovere l’eccellenza dell’Alta Moda italiana a Roma e nel mondo.
Nel Paese della moda il buon gusto nel vestire, nello scegliere accessori, nel saper orientarsi tra le molteplici proposte che il mercato ci offre è un imperativo. Per molti giovani in cerca di occupazione può essere anche l’occasione per imparare un “mestiere” che ha reso “grande” il nostro Paese, raggiungendo per giudizio unanime livelli d’eccellenza. Perché allora non continuare questa tradizione che offre la possibilità di lavorare mettendo frutto la propria creatività? La storia personale di molti dei grandi nostri stilisti ci insegna che spesso alle spalle di importanti e proficue carriere ci sono tradizioni familiari consolidate che si protraggono per generazioni, fino a quando all’improvviso, uno dei rampolli di casa, come se fosse stato geneticamente impostato per creare eleganza e stile, esplode con tutta la forza del suo genio creativo e si afferma nel mondo dell’Alta Moda a livello internazionale.
E’ accaduto a Gianni Versace ad esempio. Ma ormai i tempi sono cambiati. Le botteghe in cui praticare l’artigianato ad alto livello sono sempre più rare e purtroppo in via d’estinzione i “maestri” in grado di trasmettere il loro sapere ai giovani. Del resto sono pressoché inesistenti i ragazzi che, terminate le medie inferiori o superiori, si orientino a imparare una professione presso un artigiano. La società tende a far scomparire alcune attività che sono invece fondamentali per lo sviluppo del Paese, e poi c’è la tirannia del tempo a fuorviare. Chi comincia a lavorare pensa al guadagno subito, perché è questo che la nostra attuale dimensione di vita ci impone. Non si accettano i tempi indispensabili all’apprendimento di una professione, a meno che non ci si senta ancora studenti, e allora si accetta che i tempi si dilatino persino troppo a lungo. E’ inevitabile dunque che quella delle scuole specializzate sia una scelta obbligata. Del resto la fece anche il grande Valentino, frequentando una Scuola di Figurino a Milano, studiando le lingue e viaggiando molto all’estero. Ancora diversa fu la strada percorsa invece da Giorgio Armani, che studiò per due anni Medicina, poi lasciò per lavorare come “buyer” per la “Rinascente”, si dedicò alla fotografia, poi fu incaricato dallo stilista Cerruti di creare abiti per la sua collezione. Così ebbe inizio la sua prodigiosa carriera.
Poi ci sono gli esecutori materiali del progetto creativo degli stilisti. Queste figure professionali, che sembrerebbero di secondaria grandezza, sono in realtà le più utili e le più richieste, anche se i giovani, dovendo sognare, puntano ovviamente al massimo. Ma per un solo grande stilista emergente a calcare le passerelle internazionali, sono indispensabili stuoli di esecutori materiali “magici”, le cui mani sappiano dare concretezza ai sogni. Dietro a ogni grande brand c’è una grande squadra. Non a caso in una delle loro ultime sfilate a Milano Dolce & Gabbana hanno portato in scena tutti i collaboratori, i veri “creatori”materiali degli abiti presentati. Ci vogliamo poi dimenticare che Coco Chanel, Fernanda Gattinoni, le sorelle Fontana furono prima di tutto sarte? Ma si diceva delle scuole…Come orientarsi nella scelta? L’offerta è ampia a tal punto che paradossalmente disorienta. Sul web si trova di tutto, di più. Ma come in tutti i campi è indispensabile scegliere gli insegnamenti giusti e avere ben chiaro in testa quale deve essere l’obiettivo a cui puntare.
Da AltaRoma le indicazioni di alcune tra le innumerevoli soluzioni possibili.
Tra i vari tipi di scuola di formazione ne esistono alcune particolarmente prestigiose: L’istituto Marangoni a Milano, con sedi anche a Parigi e Londra; Polimoda a Firenze, specializzata soprattutto nel “fashion marketing”; lo Ied (Istituto Europeo di Design) una scuola internazionale di moda, arti visive e management con sedi nelle più grandi città italiane oltre a Barcellona e San Paolo del Brasile.
Poi ci sono Accademie importanti. l’Accademia di Costume e di Moda, da cui provengono due grandi stilisti italiani come Frida Giannini, direttore creativo di tutte le linee di prodotto Gucci, e Albino D’Amato, che lascia l’architettura e il design industriale per la sua passione per la moda e crea la sua collezione personale dopo aver lavorato con Ungaro, Pucci, Dolce & Gabbana e Armani; l’Accademia Koefia, prestigiosa scuola di Moda, Costume e Grafica, con sede a Roma, che nell’ambito delle manifestazioni di AltaRoma ha presentato con successo per molti anni consecutivi le creazioni dei propri studenti a fine corso.
Ma ci sono anche scuole più piccole, ritenute tuttavia molto interessanti dagli esperti del settore. La scuola Ida Ferri di Roma è una di queste, perché insegna l’”haute couture” dagli anni Trenta ed è famosa anche per l’insegnamento della realizzazione di abiti da sposa la cui caratteristica è proprio quella legata alla grande sartoria, al ricamo e alla ricercatezza degli accessori e delle rifiniture. La scuola è riconosciuta a livello regionale.
Poi ovviamente c’è l’offerta formativa dell’Accademia di Belle Arti, con sede a Frosinone, l’unica il cui diploma ha il riconoscimento di laurea breve e specialistica da parte del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Le creazioni degli studenti laureati sono state presentate anch’esse nell’ambito della settimana di Alta Moda a Roma.
A tutte le scuole elencate si può accedere dopo il diploma di scuola superiore di seconda grado. Ci sono poi istituti che insegnano le tecniche manuali per la realizzazione dei modelli. L’Istituto Diaz di Roma ad esempio, dove si può imparare la modellistica e il taglio e cucito, così come l’Accademia Altieri, sempre nella capitale) dove si apprendono meno nozioni di design, ma più tecniche manuali indispensabili per continuare la tradizione italiana famosa nel mondo dell’eccellenza del “fatto a mano” e dell’alto artigianato. “Come faremo senza le nostre sarte eccezionali e le nostre ricamatrici ormai in età?” si chiedeva sconsolato Stefano Dominella, presidente della Maison Gattinoni, presentando alla stampa le straordinarie creazioni di Guillermo Mariotto per l’autunno-inverno 2010? In alcune di queste scuole la risposta.
Per chi non sia invece interessato a lavorare con le mani, all’Università La Sapienza di Roma esiste il corso di laurea interfacoltà (Lettere e Filosofia e Economia e Commercio): Scienze della Moda e del Costume. Ma in questo caso si lavora più sulla comunicazione e i progetti, e questa e un’altra storia.