Job Meeting a Roma


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La rivolta degli stagisti

'Mille euro e 12 mesi di contratto' job_meeting_296

di Paola Cortese
paola.cortese@rai.it

Alessia, 25 anni, sfodera il suo migliore sorriso e si mette in fila: “Sono laureata in ingegneria gestionale. Sono venuta a Roma da Napoli: è una delle poche occasioni per un incontro diretto con l’azienda”. Frotte di giovani al Palazzo dei congressi dell’Eur. E’ il Jobmeeting, fiera del lavoro per neolaureati di belle speranze. 4mila le presenze preregistrate sul web, ma a fine giornata saranno almeno il doppio. Facce fiduciose. I curricula sembrano palpitare nelle urne di plexiglas, in attesa che qualcuno li prenda in mano e si decida a offrire qualcosa di diverso dall’ennesimo stage non retribuito. “In cima ai desideri oggi c’è la stabilità, non solo del contratto ma anche dell’azienda – dice Alessandro Pivi di Cesop, partner di Jobmeeting assieme a Trovolavoro del Corriere della sera – tutto diverso dalle aspirazioni dei primi anni Duemila, quando si guardava soprattutto alla crescita professionale. Adesso per un po’ di stabilità in più si rinuncia anche a un pezzo di carriera”.

Qui i numeri delle statistiche, che danno la disoccupazione giovanile al 25%, diventano facce, persone, competenze concrete. Si possono incontrare consulenti che addestrano a compilare un curriculum allettante, e anche una esperta grafologa. E’ Cristina Sottotetti, direttore di Setter: “Le aziende possono sottoporre i candidati a test di scrittura – spiega – ma non bisogna avere paura. Inutile tentare di cambiare il proprio modo di scrivere, meglio essere se stessi. E mai fare prove di calligrafia, che finiscono per schiacciare la persona su modelli convenzionali”. Si moltiplicano le garanzie richieste sulle persone da assumere. Bisogna essere motivati, sicuri dell’ambiente e della mission dell’azienda che si sceglie. “In compenso il candidato ha il diritto di ottenere una copia del profilo che è stato elaborato grazie al test calligrafico” assicura Sottotetti.

Ma in cambio per il candidato quante garanzie ci sono? Poche, ammette Eleonora Voltolina, giornalista, autrice del libro “la Repubblica degli stagisti” che è diventato anche un sito. Un blog dove far convergere le ragioni di tanti giovani che, nonostante fior di lauree e dottorati, non riescono a trovare un punto fermo nel mondo del lavoro. “Il problema – spiega Voltolina – è che lo stage è una terra di nessuno, un ambito privo di regole in cui il datore di lavoro ha mano libera. Dovrebbe essere una porta di accesso nelle professioni, di fatto è un modo per utilizzare gratis i lavoratori”. Lo stage è regolato da un decreto del ’98 che ha un grosso difetto: non stabilisce nessuna sanzione a fronte delle violazioni, per esempio l’utilizzo dello stagista come dipendente, l’allungamento ad libitum della durata che non dovrebbe superare i 12 mesi, lo sforamento della percentuale del 10% rispetto ai dipendenti. “Ci sono tantissime aziende che hanno molti stagisti e pochi dipendenti, ma non si può fare nulla – dice Voltolina – la Repubblica degli stagisti è stata chiamata a collaborare sui contenuti di un disegno di legge di riforma, che però non è stato neanche messo in calendario alla Camera”. Per la verità ci sarebbe anche un’altra porta d’accesso, il contratto di apprendistato, che non si rivolge solo agli artigiani ma anche a studenti universitari, di master e dottorati fino ai 29 anni. “E’ un buon contratto – spiega Voltolina – con vantaggi anche fiscali per le aziende. Ma pochi lo propongono. E’ ovvio: finché esiste la deregulation dello stage e la conseguente impunità per chi viola le regole, il datore di lavoro non è minimamente motivato”.

Per cambiare le cose, la Repubblica degli stagisti ha fatto delle proposte: da qualche anno c’è la Carta dei diritti dello stagista, che prevede tra l’altro un rimborso spese e sanzioni per chi sfrutta i tirocinanti: condizioni meno convenienti che possono incentivare la scelta alternativa del contratto di apprendistato. Poi c’è l’ultimissima iniziativa, Milledodici, che vuol dire stipendio minimo di mille euro per una durata minima di contratto di 12 mesi. Una palla lanciata alle aziende, invitate a inserire annunci di lavoro sul sito della Repubblica degli stagisti a condizione di rispettare queste condizioni minime unicamente attraverso contratti di apprendistato, di inserimento, a tempo determinato, indeterminato, o anche a progetto. Già quattro aziende hanno scelto di scommettere sull’idea: si tratta di Leroy Merlin, C.P Informatica, Mainsoft e Accenture. “Un progetto – conclude Voltolina – dedicato non solo ai 500mila stagisti italiani, ma ai 7 milioni di giovani italiani tra i 20 e i 30 anni che potenzialmente cercano - e difficilmente trovano - il loro primo lavoro”.