di Maria Vittoria De Matteis
Libera Terra è il marchio che contraddistingue le produzioni biologiche realizzate dai soggetti che gestiscono le terre confiscate alle mafie. Passata di pomodoro, vino, pasta, olio, melanzane, farine di ceci, legumi secchi sono il frutto del lavoro, del coraggio e della passione dei membri delle cooperative che ogni giorno lavorano le terre che appartenevano alle mafie. I prodotti provengono dalle cooperative della “Valle del Marro” di Gioia Tauro in Calabria, della cooperativa “Placido Rizzotto” e “Pio La Torre” di San Giuseppe Jato in Sicilia, della cooperativa “Terre di Puglia” di Mesagne, della cooperativa “Lavoro e non solo” di Palermo e della cooperativa “Gabbiano” di Latina.
Questi prodotti vengono venduti in tante ipercoop, nelle botteghe dell’equo e solidale e nelle “Botteghe dei sapori e dei saperi della legalità”. Tra gli scaffali si possono trovare i pacchi di pasta che vengono prodotti nell’ex proprietà di Provenzano, l’olio di Castelvetrano delle terre di Matteo Messina Denaro, i vasetti di peperoncino proveniente dai terreni sequestrati in Calabria ai Mammoliti e Piromalli, il vino Cento Passi prodotto nel corleonese, i pomodorini secchi prodotti sui terreni della Sacra Corona Unita. Prodotti di ottima qualità anche perché, dentro, c’è il sudore, la passione e il coraggio dei ragazzi delle cooperative che hanno detto ‘NO alla mafia’ e che ogni giorno, superando mille difficoltà, lavorano la terra e lottano contro le mafie.
“Essere costruttori di speranza e di far sì che il mondo sia non più luogo della paura, ma il luogo della possibilità per tutti e di futuro” è l’esortazione del fondatore di Libera, associazione contro le mafie, Don Luigi Ciotti, ai giovani presenti al Festival della Cittadinanza appena svoltosi a Padova. Ha aggiunto poi che “L’attuale declino politico, economico e culturale viene prima di tutto da un deficit etico, da una perdita di responsabilità”: nasce da qui il suo appello a “ridare valore alla politica, perché la vera politica è al servizio del bene comune”.