Sulle strade dei 150 anni dell’Unità d’Italia, il Giro 2011 (94.ma edizione) tocca 17 regioni nei suoi 3500 km. Da Torino all’Etna, scendendo per il versante Tirrenico dopo aver superato Quarto dei Mille. Poi la risalita sul versante Adriatico, da Termoli a Ravenna. Quindi l’ultima settimana con le grandi montagne e l’arrivo a Milano. Tanti luoghi della storia nazionale che incorniciano un percorso durissimo per la carovana.
Avvio con cronosquadre, poi qualche tappa per velocisti. Ma tutte ricche d’insidie, a cominciare dalla quinta (Piombino-Orvieto) con 17 km di strade bianche fra la Toscana e l’Umbria. Nella settima tappa primo strappo serio, con l’arrivo in salita a Montevergine di Mercogliano. Il giorno successivo c’è la Sapri-Tropea, con uno strappo di 800 metri nel finale a ‘disturbare’ i velocisti. Quindi la nona tappa, con la prima vera montagna: l’Etna. Doppia scalata del vulcano, la prima con Gpm a 1631 metri, la seconda col traguardo al Rifugio Sapienza a 1892 metri, dopo 20 km di salita che annunciano selezione.
Un giorno di riposo per il trasferimento in Molise. Tre tappe per velocisti, ma con insidie nella seconda: l’arrivo a Castelfidardo è in salita. La 12.ma frazione arriva a Ravenna ed è l’ultima che si presta alle imprese degli sprinter. Dal giorno successivo spazio agli scalatori. La 13.ma è l’unica tappa che sconfina. Si arriva sul Grossglockner, in Austria, a quota 2137. Il ritorno in Italia, il giorno successivo, si offre a sconvolgimenti di classifica.
L’arrivo è sullo Zoncolan, ma 50 km prima di questa splendida salita c’è il Monte Crostis con 14 km al 10% di pendenza (con punte al 18%) e la successiva discesa prima dell’attacco allo Zoncolan. Segue la Conegliano-Gardeccia, con le rampe di Piancavallo, Forcella Cibana, Giau, Fedaia e Gardeccia. Ultimo giorno di riposo prima dell’ultima decisiva settimana che viene inaugurata dalla cronoscalata del Nevegal. Soli contro il tempo per 12,7 km. E’ probabile che i migliori, dopo questa fatica, preferiranno tirare il fiato il giorno successivo nella Feltre-Tirano, frazione lunga con Tonale e Aprica tuttavia non fra le salite più impegnative. Tappa numero 18 da Morbegno a San Pellegrino, considerata di media montagna, poi la Bergamo-Macugnana con l’arrivo su una salita inedita per il Giro. Tuttavia la vera insidia è il Mottarone, a 75 km dal traguardo, che non mancherà di fratturare il gruppo.
Finale con i fuochi d’artificio nel weekend 28-29 maggio. Sabato c’è la Verbania-Sestriere con i 20 km (gli ultimi 8 di sterrato) del Colle delle Finestre, la discesa e la risalita verso il Sestriere. Dopo tre settimane in apnea o quasi i leader saranno messi a dura prova e avranno bisogno di tutto l’aiuto possibile da parte delle squadre. O di quello che è rimasto delle squadre. Ultimo atto a Milano con la cronometro di 31 km. Se i distacchi fra i primi saranno elevati il tracciato rappresenterà una passerella per la maglia rosa. Altrimenti, la distanza è buona per gli specialisti, ci sarà da trattenere il respiro fino all’ultima pedalata.