Il rincaro dei generi alimentari ha spinto oltre 19,4 milioni di persone a vivere al di sotto della soglia della poverta' nell'area asiatica-pacifico nel 2010 e potrebbe creare altri 42 milioni di poveri quest'anno se i prezzi del cibo e del petrolio continueranno a crescere. Lo sostiene un rapporto dell'Onu reso noto a New Delhi.
''L'inflazione e il caro petrolio potrebbero seriamente minacciare lo sviluppo dell'intera regione e in particolare dei Paesi con la popolazione piu' vulnerabile, come Bangladesh, Nepal e anche India'' si legge nello studio annuale ''Economic and social survey of Asia and Pacific'', realizzato dalla Commissione economica e sociale per Asia e Pacifico che comprende 59 paesi della regione.
Il rapporto sottolinea inoltre che il carovita rischia di causare ''un ritardo di 5 anni nella realizzazione degli obiettivi per il Millennio dell'Onu per la riduzione della poverta' e della fame entro il 2015'''.
Il rincaro dei prodotti alimentari di base, come il riso, lenticchie e cipolle ''rende difficile l'uscita della poverta' anche in presenza di una forte crescita del pil nazionale e ha un effetto negativo sui poveri delle citta' che sono costretti a comprare tutto il cibo che consumano'' di legge. Un altro fenomeno e' inoltre dei ''lavoratori ma poveri'' ('working but poor'') che interessa i milioni di occupati nel cosiddetto settore informale, che in paesi come India rappresenta la stragrande parte dell'economia. ''Si ha una situazione in cui uno lavora anche duramente, spesso in proprio, ma che non guadagna abbastanza perche' e' sfruttato e non ha alcuna protezione sociale'' ha detto G.K. Chadha, economista e presidente della South Asian University, presente al lancio dello studio.
Grazie ai giganti India e Cina, nel 2010 l'area Asia-Pacifico ha registrato una espansione dell'8,8% trainando l'economia globale, ma ''la crescita non e' sostenibile, se non e' inclusiva'' conclude lo studio ricordando che nell'Asia meridionale una persona su tre vive al di sotto della soglia della povertà e che ''l'assistenza sociale, la garanzia di servizi di base, sanita' e istruzione pubblica devono essere le priorita' dei governi''.