I film del week end


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MALAVOGLIA

di Juana San Emeterio

MALAVOGLIA
di Pasquale Scimeca, Italia 2011, (Cinecittà Luce) Antonio Ciurca, Giuseppe Firullo, Omar Noto, Doriana La Fauci, Greta Tomasello.

Il regista italiano Pasquale Scimeca torna ancora ad ispirarsi a Giovanni Verga, dopo Rosso Malpelo, con un titolo più ingombrante, “I Malavoglia” che al cinema, è stato rappresentato dal capolavoro di Luchino Visconti “La terra trema”. Una sfida molto difficile.

I Malavoglia sono naturalmente una famiglia di Pescatori. Il nonno, Padron ‘Ntoni vive nella casa del Nespolo, con la figlia Maruzza e suo marito Bastianazzo e i loro 3 figli, il ventenne ‘Ntoni e i più giovani Mena, Lia e Alessi. Si unisce a loro Alef, detto Alfio, un tunisino immigrato clandestinamente, salvato dalla generosità del giovane ‘Ntoni, che lo raccoglie al momento dello sbarco dalla nave dei profughi e gli trova lavoro nelle serre. Ma un giorno, la tragedia, la barca dei Malavoglia, la Provvidenza, fa naufragio: Bastianazzo muore e Maruzza perde il senno. Un secondo naufragio porta loro via la casa, ammala il cuore del nonno e riduce ‘Ntoni a bere per dimenticare, ma sarà sua l’idea di trascrivere la voce del nonno che recita i suoi proverbi su una traccia musicale che diverrà il brano dell’estate e gli permetterà di ricomprarsi la casa del Nespolo e rimettere in mare la Provvidenza.

Pasquale Scimena ha detto di aver deciso di affrontare la sfida "con molta umiltà", reinventando il racconto di Verga e immergendolo in un giorno qualsiasi di un anno qualsiasi nella Sicilia del terzo millennio. Le sue intenzioni sono buone ma il film non riesce a restituire la drammaticità di quello che è un classico. In positivo si deve sottolineare la scelta, non solo artistica, di descrivere la povertà con rispetto ed il fatto che è proprio il lavoro che dà dignità all'uomo. Ma non bastano le intenzioni per fare un buon film ed anche la trovata del rap dei pescatori resta isolata. Da sottolineare che gli attori siciliani e non professionisti sono bravi, forse l’aspetto più riuscito del film.