I film del week end


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I BACI MAI DATI

di Sandro Calice

I BACI MAI DATI

di Roberta Torre. Italia 2010, commedia (Videa-CDE)
Donatella Finocchiaro, Pino Micol, Giuseppe Fiorello, Carla Marchese, Martina Galletta, Alessio Vassallo, Tony Palazzo, Valentina Giordanella, Gabriella Saitta, Lucia Sardo, Piera Degli Esposti
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Attenti ai miracoli, chè a desiderarli troppo c’è il rischio che si avverino. E anche se hai parlato con la Madonna, poi è alla gente che devi rendere conto.

Manuela (Marchese) ha 13 anni e attraversa la vita a bordo del suo motorino rosa, col casco con le orecchie da orsetto, correndo per le strade grigie della periferia modernamente degradata di Librino, a Catania. La madre Rita (Finocchiaro) a colpi di mèches, vibromassaggiatori e vestitini attilllati tiene in piedi le sue fatue illusioni di una vita di lusso, la sorella è quella bella, la Parishilton del quartiere, il padre (Fiorello) un calciatore e allenatore fallito due volte. Non sono cattive persone, ma sono sentimentalmente mal-educate. Per tirare su due lire poi, Manuela lavora da una strega (Degli Esposti), cioè in realtà una parrucchiera che cura le teste dentro e fuori e che se vuole con le carte ti legge pure il futuro. Ma non c’è futuro a Librino, non c’è via d’uscita. Fino a quando Don Livio (Micol) non fa mettere sulla piazza una statua della Madonna. Manuela sente la sua voce in sogno, o almeno così dice. E tutto cambia: un mondo di sogni, speranze, paure, domande, disperazioni si accalca davanti alla porta di casa sua. Vogliono risposte, e non importa se Manuela non le ha.

Roberta Torre (“Tano da morire”, “Angela”, “Mare Nero”), continua a farsi adottare culturalmente dal Sud, leggendolo attraverso la sua lente coloratissima, pop, allegra, magica, da fumetto, anche se con qualche passaggio cerebrale. Ed è un Sud fatto soprattutto di donne, madri, amanti, matrone, puttane, angeli, di zucchero, di carta, dove gli uomini nel migliore dei casi sono innocue presenze. C’è un variegato e divertente campionario di archetipi femminili anche perché, come dice la regista, questo è soprattutto un film sulla bellezza dei rapporti umani. Una lettura a cui lei stessa ha pensato dopo che il film è stato presentato all’estero, dove più volte si è sentita chiedere come mai un Paese di storica e profonda bellezza come l’Italia si sia ridotta al degrado attuale. Ed allora sono i sentimenti che devono reggere tutto, che ci devono far migliorare o almeno sperare che questo avvenga (“l’importante è che la gente sogni”, dice la madre alla figlia), che devono difenderci dal vuoto apparire, che devono ridarci lo sguardo giusto, e i baci attesi a lungo. Una favola divertente, protagonisti all’altezza, resta solo l’impressione di una magia non perfettamente compiuta, di un sospiro sospeso.

s.calice@rai.it