L'esperienza Bosch, qui la crisi non si sente

Luca Gazzotti, A.D. della Sicam: 'Sulle orme di Bosch' S

di Luigi del Giudice

La crisi mondiale non scalfisce la Bosch, che, al contrario, anche nel periodo più difficile continua a registrare aumenti di fatturato. Anche quest’anno, la multinazionale tedesca annuncia un fatturato in crescita del 15% nel primo trimestre, iniziando positivamente il nuovo anno fiscale, e conferma le strategìe per il futuro. Tutto, dunque, procede in perfetta sintonìa con le direttive che Robert Bosch lascia all’azienda alla sua morte. Prima, fra queste, l’indipendenza economica. Ed è sulle basi poste dal fondatore, che rende l’azienda famosa nel mondo sin dalle sue prime invenzioni, che continua l’opera degli uomini che dirigono il Gruppo Bosch, facendo sì che l’azienda continui nel suo costante sviluppo, ricco di invenzioni. Proprio come Robert Bosch, infatti, gli eredi sviluppano migliaia e migliaia di brevetti innovativi, degni di quelli del fondatore, che entra prepotentemente sulla scena dell’automobile nel 1897, inventando l’accensione a bassa tensione sui veicoli a motore. Cosa, questa, superata sempre da lui stesso, nel 1902, con il sistema di accensione con magnete a alta tensione con candela, che lo fa affermare a livello mondiale.

Luca Gazzotti e i metodi di Robert Bosch
Uno sviluppo che avviene seguendo particolari metodi, sempre quelli di Robert Bosch, come ci spiega Luca Gazzotti, amministratore delegato della Sicam: “L’ingresso nel mondo Bosch –tiene a rilevare- ha fatto sì che la professionalità sia cresciuta in modo esagerato. E’ importante –aggiunge- la formazione professionale delle persone, perché cambia la visione e il concetto del lavoro, studiando come generare un futuro propugnato professionalmente”.
La Sicam, azienda del Gruppo Bosch, è artefice di una delle ultime pietre miliari della multinazionale tedesca, oggi, presente in 60 paesi e estesa a 150 nazioni con i partner commerciali. Ma esistente come multinazionale già oltre un secolo fa, ai primi dell’Ottocento. La novità è il recente stabilimento di Correggio, nell’Emilia Romagna, specializzato nella produzione di smontagomme, equilibratrici e attrezzature per l’assistenza degli pneumatici. In pratica, una serie di prodotti che garantiscono sempre più la sicurezza della automobili sulle strade.
“La nuova realtà –spiega a Televideo Luca Gazzotti- deriva dall’esigenza di consolidare una struttura recente, che si avvaleva di tre piccoli siti. Quindi –precisa-- unificando le tre fabbriche raggruppiamo tutte le nostre principali attività in un’unica struttura, ottenendo una serie di sinergie, importantissime, che evitano diversi costi complementari, ottimizzano il processo produttivo e la struttura, con un vantaggio elevato sul controllo qualità e sui costi. Il nuovo stabilimento è stato realizzato con criteri di ecososteniblità e di rispetto dell’ambiente”.
“Queste nuove prospettive –continua Gazzotti- ci permetteranno di crescere e migliorare allo stesso tempo, contribuendo, di conseguenza, anche allo sviluppo dell’indotto circostante. Anche i prodotti sono sempre all’avanguardia, perché la capacità di innovazione, unita alla stretta collaborazione con i costruttori, sia di veicoli, sia di pneumatici, ci permette di soddisfare le diverse esigenze del mercato internazionale, offrendo prodotti sempre all’avanguardia. Contare sull’esperienza di un leader globale nel settore dell’automobile come il Gruppo Bosch, costituisce per noi un vantaggio importante”.

Correggio nell’obiettivo mondiale Bosch
“Lo stabilimento di Correggio –dice Gazzotti- si inserisce in un progetto a livello mondiale di Bosch con l’obiettivo, dentro il 2020, di ridurre le emissioni di CO2, prodotte dai propri siti, di almeno il 20%, rispetto ai valori registrati nel 2007. E, infatti, è stato realizzato nelle direzioni che indica la coscienza ecosostenibile di Bosch: verso lo sviluppo delle tecnologie verdi e nell’impegno a migliorare costantemente l’efficienza energetica dei propri processi di lavoro. Per meglio raggiungere lo scopo, è stata utilizzata una partecipazione fattiva di tre società del Gruppo Bosch: Bosch solar energy, Buderus e Bosch security sistem. Il primo ha fornito l’impianto fotovoltaico, con una superfice di 2.500 metri quadri che genera 355 kwp e produce un’energia pari a 360 mila kw l’anno. Ciò significa, una riduzione delle emissioni di CO2 del 50%, equivalente alle emissioni di CO2 di 100 abitazioni per un anno.
Buderus ha fornito l’impianto di pannelli solari termici, abbinati a due caldaie a condensazione che garantiscono 24 mila kw di acqua termo sanitaria l’anno. Bosch antisystem ha installato l’impianto di video sorveglianza, quello antintrusione e quello di rilevazione incendio. Nel complesso, le strategie Bosch, nel caso specifico Sicam, sono sempre indirizzate –conclude Gazzotti- verso le soluzioni migliori e più adeguate: il risparmio e la coscienza ambientale.“

Una produzione verso l’estero
La produzione di Correggio si rivolge in particolare all’estero. L’84/85% del prodotto viene esportato in 90 paesi come Sicam e in 133 con il marchio Bosch”.

Gazzotti ci spiega come la Sicam operi, in pratica, quasi ovunque: America, Asia, Pacifico, dove c’è una concorrenza del Giappone, ma “è una concorrenza che non crea problemi. Ci sono, poi, Taiwan e altri luoghi “dove la concorrenza è stata eliminata”.
Quindi, Gazzotti, parla della Cina, “al cui interno c’è un non indifferente lavoro di prodotti copiati, dove tante aziende cominciano a consolidarsi con prodotti di qualità non interessanti. Stiamo valutando possibilità –precisa- per opzioni in quella zona per installare unità produttive al fine di entrare in gioco nell’area Asia-Pacifico. Vogliamo entrare in competizione anche nel prezzo, ma mantenendo sempre uno standard di qualità elevato.

La “conquista” della Cina
“La Cina- aggiunge- non è più un paese emergente. Noi –tiene a precisare- non saremo mai i meno cari, perché il concetto di qualità per Bosch è un must (un obbligo). Ma cerchiamo di sfruttare i sistemi locali per essere più concorrenziali”.
“Oggi, comunque, siamo ancora in una fase di valutazione, tenendo presente il nostro concetto primario di utilizzare principalmente le produzioni in loco per lavorare in Asia-Pacific. Sì, perché il nostro concetto è produrre per il mercato dove si produce. Si preservano, naturalmente le altre attività in altri siti”.

La storia della Sicam
La storia della Sicam non di rado si muove insieme a quella del suo amministratore delegato, Luca Gazzotti. E’ il 1975 quando la Sicam si affaccia al mondo e nel 1977 produce il primo smontagomme. In questi trenta anni, il lavoro della Sicam nel settore delle attrezzature per l’assistenza agli pneumatici diviene un ruolo trainante per la divisione automotive del Gruppo Bosch. Allo smonta gomme del 1977, per le auto, seguono, quello per gli autocarri e , poi, le macchine equilibratrici.

Chi è Luca Gazzotti
Luca Gazzotti, 44 anni, entra quasi per gioco –come ci spiega- nella Sicam. E’ ancora uno studente universitario quando si trova a lavorare nell’azienda. Forse, veramente per gioco si trova alla linea di montaggio, cui segue l’esperienza del mercato e, subito dopo, quelle all’estero: in Asia, in America, fino a divenire alla fine degli Anni Novanta direttore commerciale. Nel 2001 è vice presidente e dal 2005 amministratore delegato. Negli ultimi anni della sua direzione, la Sicam ha raggiunto traguardi notevoli, come il record assoluto, nel 2007, e un 57% in più nel 2010, rispetto al 2009. In quel momento ipotizza una crescita del 20/25%. La previsione nel 2011 è una crescita del 10% in più rispetto al 2010 e 40 milioni di fatturato. Un progetto ambizioso, ma tutto lascia pensare che queste ambizioni siano veramente molto realistiche.